Operaio Anas andava al bar invece di lavorare: alla sbarra per peculato e truffa

Furbetto del cartellino: operaio Anas andava per bar invece di lavorare
CORTINA  - Per due anni avrebbe usato il furgone dell’azienda, quindi di Anas, per compiere tragitti al di fuori del suo tratto di competenza. Non solo, secondo...

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CORTINA  - Per due anni avrebbe usato il furgone dell’azienda, quindi di Anas, per compiere tragitti al di fuori del suo tratto di competenza. Non solo, secondo l’accusa avrebbe anche falsificato il libretto di bordo. In altre parole: dichiarava di essere al lavoro, perciò in un luogo specifico tra Tai di Cadore e Cimabanche, mentre invece si trovava in un bar a Ponte nelle Alpi, in un ristorante a Busche o a vedere la partita della Champions League, causando in questo modo un danno ad Anas di oltre 11mila euro. Si è aperto ieri mattina, in tribunale a Belluno, il processo a Roland Chiomento, 45enne residente a Foza (in provincia di Vicenza), imputato di peculato e truffa aggravata.

L’ACCUSA Chiomento deve rispondere di peculato perché all’epoca dei fatti (lo è tutt’ora) era dipendente del compartimento Azienda Nazionale Autonoma Strade Anas di Mestre-Venezia, effettivo presso la sezione di Belluno, e quindi pubblico ufficiale. Svolgeva la mansione di capo cantiere e capo squadra, con conseguente qualifica di agente di polizia stradale. Stando al contratto stipulato con l’azienda, il 45enne vicentino doveva occuparsi di un tratto specifico dell’Alemagna: quello che parte a Tai di Cadore e finisce a Cimabanche. La tesi del pubblico ministero è che Chiomento utilizzasse il mezzo aziendale, un Fiat Scudo, per fini personali e privati non autorizzati. Questo, ovviamente, portava a un consumo di carburante illecito e conseguente usura del veicolo, con vantaggio patrimoniale quantificato dagli inquirenti in almeno 2.938 euro. Stando alla ricostruzione della pubblica accusa, il furgone veniva prelevato al deposito di Arten (Fonzaso), utilizzato per raggiungere la sede di lavoro a Borca di Cadore e poi per rientrare ad Arten, più volte alla settimana, per un totale di circa 80 chilometri a tratta. Insomma: un tragitto superiore a quello consentito contro l’articolo 2 del Decreto del presidente della Repubblica 1126 del 11 dicembre 1981, secondo cui l’utilizzo del mezzo di servizio è consentito soltanto negli orari e nelle zone interessate dall’attività lavorativa. Il periodo individuato dalla Procura va dall’8 gennaio 2018 al 25 novembre 2019. Il peculato, tuttavia, non è l’unico reato contestato a Chiomento (difeso dall’avvocato Massimiliano Paniz). Il 45enne vicentino è imputato anche di truffa aggravata nei confronti di Anas (parte civile con l’avvocato Marco Furlan) perché avrebbe compilato il libretto di bordo del furgone, frazionando ad arte le note di riepilogo dei chilometri percorsi in modo non far emergere l’indebito utilizzo dello stesso, oltre a redigere falsi rapportini di attività. Cioè: dichiarava di aver svolto monitoraggio ai cantieri mentre, in realtà, si trovava da tutt’altra parte. Inoltre alterava le autocertificazioni di inizio e fine orario lavorativo ingannando in questo modo la persona che gli avrebbe poi preparato la busta paga. Da qui l’ingiusto profitto per lui e il danno per Anas pari a 11.394 euro.

IL PROCESSO Il primo teste, un carabiniere di polizia giudiziaria all’epoca dei fatti in servizio a Cortina d’Ampezzo, ha raccontato ieri mattina che le indagini erano partite a seguito di segnalazioni fatte da colleghi dell’imputato. Erano quindi stati acquisiti i filmati delle telecamere di video-sorveglianza dei comuni interessati per ricostruire gli spostamenti di Chiomento, ma era stato posizionato anche un gps sotto il furgone ed erano state controllate le celle telefoniche dei due cellulari che aveva in dotazione. Pur avendo un alloggio a Cortina, messo a disposizione gratuitamente da Anas, il 45enne continuava a fare lunghi tragitti e ad allontanarsi dal tratto di competenza durante l’orario di lavoro (dalle 7 alle 13, da lunedì al sabato). Il processo è stato rinviato per continuare l’audizione degli altri testi. 

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Il Gazzettino