Anagrafe presa d'assalto dagli argentini: corsa alla cittadinanza italiana

Code all'anagrafe
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PORDENONE - l passaporto italiano di recente è stato dichiarato universalmente "il più potente del mondo". Consente l'accesso a quasi 200 Stati nel mondo. Quindi è particolarmente ambìto. Se poi ci aggiungiamo anche il fatto che circa il 70 per cento della popolazione argentina è costituita di fatto da discendenti di lontani parenti italiani, allora è tutto spiegato. Più difficile, invece, spiegare ai singoli dipendenti delle anagrafi comunali il perché di un'enorme mole di lavoro improvvisamente piovuta sulla loro testa. A Pordenone, infatti, non sono tanto i brasiliani (come accade invece in Veneto), a rappresentare un problema, quanto gli argentini. E chiedono una sola cosa: la cittadinanza italiana.

L'IMPENNATA
Sono decine, le istanze presentate in anagrafe a Pordenone per ottenere la cittadinanza italiana. E sono firmate da persone nate in Argentina. Figli, nipoti e pronipoti di un'emigrazione di massa che nella prima parte del secolo scorso aveva portato migliaia di pordenonesi verso quella che sembrava una terra promessa. Il problema? Queste domande stanno ingolfando gli uffici comunali, che già non godono di perfetta salute dal punto di vista del personale e della mole di lavoro già presente per l'ordinario. «Ad esempio - spiega una delle responsabili dell'ufficio pordenonese - alcune domande dell'anno scorso le stiamo portando a conclusione solamente adesso». I tempi sono lunghi per diversi motivi: «Ogni volta che ad esempio la richiesta ci arriva con un'ordinanza dal Tribunale - prosegue ancora la dipendente comunale - sulla nostra scrivania arriva una tonnellata di atti. Sono tutti da studiare, da esaminare, per individuare eventuali errori». E come se non bastasse, si è sempre esposti al rischio di una diffida da parte dei legali che assistono la persona firmataria dell'istanza per l'ottenimento della cittadinanza. Il pericolo, infatti, è quello di incorrere nel reato di omissione di atti d'ufficio.

IL CARICO


Le richieste di cittadinanza presentate da chi è nato in Argentina all'anagrafe di Pordenone si dividono in due categorie: quelle presentate spontaneamente dai cittadini e quelle che invece arrivano sotto forma di ordinanza direttamente dal Tribunale. Sommate, fanno circa una quarantina di istanze. Ed è un numero che gli uffici potrebbero iniziare presto a non reggere, tanto che proprio dall'anagrafe pordenonese si leva un grido: «Servirebbe un ufficio dedicato solamente a questo tipo di incombenza, perché i tempi sono molto lunghi». Qualche esempio? Chi esamina la richiesta di cittadinanza presentata in questo caso da una persona nata in Argentina, deve andare a controllare l'esatto nominativo di tutti gli avi, anche di quelli più lontani nel tempo. Capita però che per svariati motivi una persona sia stata registrata alla nascita in Italia come "Francesco" ma che poi all'atto di morte la trascrizione sia diventata "Francisco". Quindi in spagnolo castigliano. Ed è già quella una buona motivazione perché si crei un collo di bottiglia. «Molte persone - testimonia ancora la dipendente - risiedono qui perché vogliono la cittadinanza, poi però non possono essere rintracciati sul territorio». L'obiettivo, infatti, è quello di avere un passaporto comunitario per potersi spostare liberamente.
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Il Gazzettino