Amore e Psiche, gesso del Canova all'asta: la base è 400mila euro. Era di proprietà di Veneto Banca

Amore e Psiche
In vendita il pezzo forte della collezione di opere d'arte e arredi di Veneto Banca messa insieme negli anni della gestione dell'ex Ad e direttore generale Vincenzo...

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In vendita il pezzo forte della collezione di opere d'arte e arredi di Veneto Banca messa insieme negli anni della gestione dell'ex Ad e direttore generale Vincenzo Consoli. I liquidatori di quel che resta dell'istituto trevigiano il 28 dicembre di quest'anno mettono all'asta Amore e Psiche stanti, gesso di invenzione di Antonio Canova da forma buona (eseguita sotto controllo e per ordine dell'artista) del primo quarto del XIX secolo vincolato dallo Stato italiano dal luglio di quest'anno come opera di eccezionale interesse storico-artistico che viene messa all'incanto proprio nell'anno del bicentenario della morte a Venezia dello scultore nato a Possagno (Treviso). Base d'asta: 400mila euro per una valutazione stimata tra 200mila e trecentomila euro. Ma i responsabili della casa d'aste romana Bonino, che si è già occupata della vendita delle opere d'arte e degli arredi della controllata di Veneto Banca in Romania, contano in una gara accesa che possa scatenare la voglia d'acquisto di diversi benestanti o collezionisti, magari del Nordest e dell'area trevigiana. La vendita verrà attuata anche sulla piattaforma internazionale www.goforarts.com.

Amore e Psiche, all'asta il gesso di Canova


L'opera è di provenienza dello studio di Antonio Canova - esecuzione dei maestri gessini Vincenzo Malpieri e Giusepe Torrenti o altri - almeno fino al 1829. Poi è passata di proprietà a Giambattista Sartori, fratello da parte di madre ed erede universale di Canova. Infine è finita ai conti Antonietta Bianchi e Filippo Canal, per dono da parte di Sartori. Nel 2004 l'acquisto di Veneto Banca dagli eredi dei nobili veneti. Secondo il sito di Bonino, l'opera ha subito dei danni da urto alla mano destra di Psiche (mancano tre dita).


Dove vedere Amore e Psiche


Fino al 26 febbraio 2023, questo gesso di Amore e Psiche stanti sarà esposto presso i Musei Civici di Bassano del Grappa, dove può essere visionata nell'ambito della mostra monografica Io, Canova. Genio europeo. Il gesso è l'impronta alta 145 centimetri della scultura di marmo bianco conservata al museo Louvre di Parigi realizzata da Canova fra il 1796 e il 1800. Ed è simile a quello custodito nella Gipsoteca canoviana di Possagno (Treviso)


Il gesso di Amore e Psiche stanti, acquistato nel 2004 da Veneto Banca con il basamento originale presso Villa Canal nei pressi di Crespano del Grappa (Treviso), secondo gli esperti della casa d'aste romane con società partner in Europa «ci catapulta d'un colpo nello studio di Canova a Roma, prima del 1829, quando attestano i documenti - venne trasportato a Bassano». Queste sculture erano utilizzate nel suo studio dall'artista veneto per catturare l'attenzione dei ricchi visitatori (e potenzialmente nuove commissioni) proprio come in uno show room. Canova, una volta creato un marmo, era solito ricavarne un gesso per poterlo riprodurre, con eventuali varianti, a richiesta di un nuovo committente: questo tipo di gesso che il maestro chiamava «da forma buona» alludendo appunto alla derivazione dal marmo finito - veniva realizzato nuovamente dai maestri gessini tramite la procedura del calco, e costituiva una sorta di progetto in tre dimensioni a disposizione per le nuove lavorazioni. «Il gesso in asta è quindi straordinario testimone della vicenda artistica canoviana, proprio secondo il significato che il maestro gli aveva attribuito: di rappresentazione del proprio genio creativo», evidenziano gli esperti della Bonino. Se si considera che l'opera è stata di fatto scoperta solo nel 2004, dopo un oblio ultra secolare sia rispetto agli studi sia rispetto al collezionismo ed al mercato, si capisce l'importanza di quest'asta, che potrebbe rivelarsi milionaria. Una magra consolazione per gli ex soci di Veneto Banca: il ricavato andrà quasi sicuramente allo Stato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino