Rivelazione di un amico: «Giulio voleva intervistare gli attivisti»

FIUMICELLO - Emergono nuovi particolari sulla tragedia di Giulio Regeni, il dottorando italiano trovato morto in circostanze oscure in un fosso della periferia del Cairo: il...

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FIUMICELLO - Emergono nuovi particolari sulla tragedia di Giulio Regeni, il dottorando italiano trovato morto in circostanze oscure in un fosso della periferia del Cairo: il giovane friulano voleva concludere una sua inchiesta intervistando  «gli attivisti per i diritti dei lavoratori» per la sua ricerca sull'economia egiziana. Lo ha rivelato al quotidiano filogovernativo Al-Ahram uno degli amici egiziani di Regeni, che ha voluto restare anonimo. Ha spiegato di aver ricevuto diverse email e telefonate da Regeni che gli chiedeva contatti di attivisti. Altri particolari arrivano da Roma: il quotidiano "il Manifesto" rivela di aver pubblicato vari articoli di Regeni scritti sotto pseudonimo. Aveva preferito non firmare gli articoli perché "aveva paura per la sua incolumità".

 


L'amico egiziano del dottorando ha quindi sottolineato che Regeni gli aveva promesso che non sarebbe uscito per fare le interviste o per le ricerche sul campo fino al 25 gennaio, giorno del quarto anniversario della rivoluzione che portò alla caduta di Hosni Muabarak. «Poi, la mattina del 25 gennaio,  mi ha inviato un messaggio chiedendomi se ci fossero programmi per la festa di compleanno di uno dei nostri amici. Da allora non l'ho più sentito» ha aggiunto la fonte «Sono stato convocato dalla sicurezza dopo la scomparsa di Regeni. Le loro domande erano focalizzate sullo scopo della sua visita e sugli studi».

Intanto si è appreso che è affidata al pubblico ministero Sergio Colaiocco l'indagine preliminare sulla morte di Giulio Regeni. Il procuratore Giuseppe Pignatone sulla base delle informazioni ricevute fino ad ora ha deciso di aprire un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio nei riguardi di ignoti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino