Morto per le fibre di amianto respirate sui treni: 900mila euro alla famiglia

Morto per le fibre di amianto respirate sui treni: 900mila euro alla famiglia
VENEZIA - È morto a causa delle fibre di amianto respirate per molti anni sulle motrici dei treni, a bordo dei quali operava come macchinista: ora Rete ferroviaria italiana...

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VENEZIA - È morto a causa delle fibre di amianto respirate per molti anni sulle motrici dei treni, a bordo dei quali operava come macchinista: ora Rete ferroviaria italiana spa dovrà risarcire la vedova e i due figli, versando loro quasi 900 mila euro, oltre a rifondere le spese legali sostenute, quantificate in circa 12 mila euro. Lo ha stabilito la sezione lavoro del Tribunale di Venezia, accogliendo le richieste dei familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Giancarlo Moro e Camilla Cenci. La sentenza è ovviamente passibile di riforma in appello. Di fronte al giudice Chiara Coppetta Calzavara sono stati ascoltati numerosi dipendenti delle Ferrovie, ex colleghi della vittima, i quali ha ricostruito le condizioni di lavoro nelle quali avevano operato. Il macchinista, deceduto nell'agosto del 2016 a causa di  un mesotelioma pleurico, un tumore provocato dall'amianto, aveva lavorato dal 1954 al 1980, inizialmente per l'Azienda autonoma ferrovie dello Stato, poi costituita in Rete ferroviaria italiana spa.

LE TESTIMONIANZE
Dalle deposizioni è emerso che molti dei locomotori in uso in quel periodo avevano alcuni componenti in amianto: in particolare era presente a protezione degli impianti elettrici, ma anche nella cosiddetta scaldiglia con cui si cercava mantenere una temperatura accettabile all'interno della cabina di guida che, durante l'inverno era gelida a causa del vento che entrava dalle feritorie delle porte. Ma non solo: l'amianto veniva spruzzato per coibentare i carri merci, oppure era presente in pannelli.

La società, costituitasi a giudizio con l'avvocato Marco Cappelletto, ha negato che i lavoratori siano stati esposti al rischio amianto in ragione delle mansioni svolte e che, in ogni caso ha sostenuto che è stato fatto tutto quanto possibile per evitare il danno. Ma il Tribunale è stato di diverso avviso e ha ritenuta provata la responsabilità di rete ferroviaria italiana spa. Dal 1993 al 2008 si sono registrati ben 355 casi di mesotelioma nel settore della costruzione dei rotabili ferroviari, con un'incidenza superiore a quella del personale del settore delle costruzioni. (gla)
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Il Gazzettino