SAN BELLINO - Una vera e propria discarica abusiva di amianto nell’acqua di due scoli. Lastre e lastre “seppellite” sul fondo creando così maggiori...
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Ancora manca il riscontro analitico sulla natura del materiale, ma ci sono pochi dubbi che si tratti di amianto. Un’azione deliberata perché l’area in questione non è in prossimità di strade, ma accessibile solo attraversano un tratto in aperta campagna; lo stesso percorso dai militari individuando la zona trasformata in discarica. Area ora sotto sequestro con l’apertura di un’indagine per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, aggravata della pericolosità dei rifiuti in questione, per la quale è prevista, dal Testo unico dell’Ambiente, la pena dell’arresto da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda da 2.600 a 26mila euro.
LE INDAGINI
«Per il momento – spiegano le Fiamme gialle - si procede a carico di ignoti. Tuttavia, sulla base di alcuni indizi raccolti si sta tentando di individuare il responsabile del reato. Le lastre risultavano in grande quantità e parzialmente sommerse dall’acqua del canale. In collaborazione con Arpav si è proceduto a repertare il materiale che verrà sottoposto alle analisi per una esatta e completa catalogazione. L’amianto è caratterizzato da altissima pericolosità cancerogena e per questo messo fuori legge in Italia già dal 1992. Esso è ancora presente su diversi manufatti benché ne sia obbligatoria la denunzia alle autorità sanitarie. La sua rimozione comporta costi elevati e perciò non è infrequente assistere al suo sconsiderato abbandono nei luoghi più disparati».
Caso vuole che il sequestro sia avvenuto proprio sul territorio di San Bellino, il cui sindaco, Aldo D’Achille, è particolarmente attivo sul fronte ambientale. Proprio San Bellino ha ospitato domenica “In.Con.Tra for future”, l’evento organizzato dalla Pastorale giovanile della Diocesi.
«FATTO GRAVISSIMO»
Il sindaco D’Achille non nasconde il proprio rammarico: «Un fatto gravissimo: triste constatare che vi siano persone del tutto sprovviste di senso civico e di rispetto per l’ambiente. Un gesto del genere danneggia il territorio e tutti i cittadini». La questione non riguarda solo San Bellino, precisa, anche se lui è stato nominato “custode giudiziario” della discarica abusiva, con ulteriori oneri: «I canali interessati sono due, lo scolo Valdentro, interamente sotto San Bellino, e lo scolo Canda, che segna il confine fra San Bellino e Lendinara».
Dal punto di vista degli oneri della bonifica, fra l’altro, la questione è delicata, trattandosi di rifiuti finiti in acqua, che è demanio idrico. «Dovremmo rimuovere quel materiale, ma non sarà facile perché si trova in mezzo all’acqua e al fango, non basta un escavatore. Sarà necessario chiudere il canale e intervenire manualmente: servirà collaborazione per affrontare il problema, al di là dei costi da sostenere. Già a novembre avevamo raccolto una segnalazione, avviando le prime verifiche. Ma allora non si capiva l’entità del fenomeno, reso visibile con l’abbassamento del livello dell’acqua. Un danno grande. L’aver gettato tutto in acqua rende tutto più problematico». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino