Padova. Amianto nella gradinata dello stadio Appiani in demolizione, il cantiere si è fermato

L’assessore Micalizzi: «Dovranno intervenire Arpav e Spisal per le analisi, poi si ripartirà»

PADOVA - Sembra non trovare pace il cantiere aperto per la demolizione della gradinata est dello stadio Appiani. I lavori sono fermi da qualche giorno perché la ditta ha...

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PADOVA - Sembra non trovare pace il cantiere aperto per la demolizione della gradinata est dello stadio Appiani. I lavori sono fermi da qualche giorno perché la ditta ha trovato fibre di amianto sia sul materiale di costruzione della gradinata che sui solai dei locali adibiti a ripostiglio del piano terra. «Non sarà una circostanza in grado di fermare l’opera - commenta l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Micalizzi - ma ci vorrà qualche tempo per completare le procedure. Occorre un sopralluogo dell’Arpav e dello Spisal anche per la sicurezza dei lavoratori, poi si potrà procedere al trasferimento».


«Il ritrovamento testimonia che la nostra idea è giusta - continua - ovvero che la struttura era datata e in pessime condizioni quindi l’intervento era urgente e necessario. Negli anni ‘50 l’amianto si utilizzava nelle costruzioni quindi non è una sorpresa. Ma non ci mette in difficoltà, occorre solo organizzare le operazioni di smaltimento. Dunque caratterizzare la fibra di amianto ritrovata in alcune parti portanti e sulle coperture dei locali a piano terra con i tecnici di Arpav e Spisal per capire di che tipo di materiale si tratta e poi smaltirlo. Il cantiere intanto continua solo con operazioni che non riguardano le demolizioni».

Cadono le speranze di avere un “segno” importante in ricordo del vecchio stadio. All’inizio la ditta aveva lasciato intatto un pezzo di gradinata, quello proprio vicino alla torre faro verso il velodromo Monti. «Dovremo smontare il traliccio e quando avremo finito cadrà anche quel tratto» ha invece confermato l’assessore.

I dubbi

«Questa è la seconda, e più sconvolgente, notizia che accompagna questa tribolata demolizione, dopo la mancata recinzione del cantiere che gli amici del Pd avrebbero imputato, se non riguardasse il Comune da loro amministrato, alla disumana sete di guadagno degli imprenditori». Così il consigliere comunale della Lega Ubaldo Lonardi commenta il ritrovamento. «C’è da non crederci. Il Comune non ha analizzato il manufatto nel documento della sicurezza prima di autorizzare il lavoro? Per epoca di costruzione cosa pensavano ci fosse dentro? A questo punto le voci che non ci sia un vero e proprio documento della sicurezza non sono così infondate e vanno verificate. Una giunta incapace non solo di costruire, addirittura anche di demolire».

Il progetto

Il piano del Comune prevedeva di concludere la prima fase, quella delle demolizioni per la fine di giugno (costo circa 160 mila euro) e poi dare vita al bando per la “rinascita” con lo stombinamento del canale Alicorno di cui si favoleggia da decenni. In pratica fra la strada oggi a doppio senso “all’inglese” e il parcheggio far scorrere il canale, tombinato negli anni ’50, con aiuole e alberi, mentre il fiume indicherà il suo sbocco naturale nell’isola Memmia. L’Appiani tornerà alla “forma” che aveva nel 1924 con i suoi gradoni che saranno al centro di una collinetta verde e avrà accanto un altrettanto mitico catino chiamato velodromo Monti sul quale i lavori hanno dato una pista di handbike unica in Italia. 

Il 28 marzo mentre si stava sgretolando la parte alta della tribuna un’auto con a bordo madre e figlia è stata centrata in via Marghera da un masso di 30 chili staccatosi dalla tribuna. Per fortuna non hanno riportato danni.

 

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Il Gazzettino