Sparito l'ambulatorio veterinario pubblico, disagi per gli allevamenti e i volontari che seguono colonie

Allevamento di suini, a Castelmassa chiuso l'ambulatorio veterinario pubblico
CASTELMASSA - Lo scorso novembre è stato inaugurato il punto sanità recentemente ristrutturato. Diversi cittadini hanno però lamentato l'assenza...

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CASTELMASSA - Lo scorso novembre è stato inaugurato il punto sanità recentemente ristrutturato. Diversi cittadini hanno però lamentato l'assenza dell'ambulatorio veterinario pubblico. A farsi portavoce dell'istanza, Tiziano Cuoghi, sampietrese d'origine ma massese da decenni. Lo stesso Cuoghi (una vita spesa come infermiere) aveva partecipato all'inaugurazione: «I lavori alla struttura sono stati ben fatti, ci mancherebbe. Tante nuove stanze adibite ad ambulatori e ad altri servizi pubblici sanitari utili. Ma si è notato che non esiste più l'ambulatorio pubblico di veterinaria altopolesana, che era attivo dal 1980».

Cuoghi fornisce alcuni numeri sull'importanza dell'attività veterinaria pubblica Alto Polesine: «Ci sono i più numerosi allevamenti di suini della provincia (ben nove) e allevamenti di bovini da latte e da ingrasso (ad esempio, l'azienda agricola Bernardelli è tra le principali produttrici di latte della zona). Ci sono poi importanti allevamenti avicoli di polli e tacchini, attività di controllo delle macellerie e dei supermercati per la vendita di carni e servizi di macellazione d'urgenza per gli animali feriti».

Ogni anno vengono rilasciati oltre 70 passaporti per cani e vengono inseriti oltre 50 microchip. Un contributo molto apprezzato è poi la lotta al randagismo dei gatti: «Attiva dal 1993, ogni anno comporta interventi chirurgici di sterilizzazione di quasi mille animali con annesso microchip, grazie all'aiuto dei tanti volontari che, da Melara (dove si trova uno dei gattili più grandi della provincia) a Ficarolo, gestiscono colonie e si sono sempre appoggiati all'ambulatorio veterinario di Castelmassa per questi interventi. Ora che l'ambulatorio è stato chiuso, molti volontari non sono più disposti a fare 50 o 70 km per usufruire di questo servizio». Cuoghi chiede all'Ulss se «sono consapevoli di che cosa comporta la chiusura dell'ambulatorio veterinario? Speriamo che I sindaci si mobilitino per  riattivare questo importante servizio pubblico».

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Il Gazzettino