Le ambulanze sono gelate: stufette per riscaldarle

Le ambulanze di Cortina riscaldate con le stufette
BELLUNO - L’ambulanza staziona nel piazzale dietro...

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BELLUNO - L’ambulanza staziona nel piazzale dietro l’ospedale Putti, nella neve, al gelo. Sul parabrezza c’è un lenzuolo, perché non si ghiacci. Un cavo elettrico attaccato ad una presa, sul muro della vicina centrale termica, porta la corrente dentro il veicolo, dove c’è una stufetta domestica, un radiatore a olio, che scalda il centro mobile, così che possa essere utilizzato per le emergenze. Diverso materiale in dotazione all’ambulanza non può infatti scendere sotto una certa temperatura. Tutto questo deve essere tolto in fretta, se l’ambulanza deve partire. La situazione insostenibile è stata documentata dagli operatori della sezione di Cortina della Croce bianca,  che poi hanno diffuso il video. Il direttore sanitario dell’ospedale Luigi Veranda conosce le difficoltà e ne spiega i motivi: «E’ un problema tecnico e burocratico, di concessioni. Lì accanto c’è accatastato il materiale per montare una struttura provvisoria, che protegga l’ambulanza, ma non può essere posizionata sull’asfalto, con la ghiaia sotto: serve una piazzola più robusta, in cemento, che il comune non ci lascia realizzare. Confido che sia prossima l’autorizzazione per un’altra struttura che intendiamo posizionare sotto il porticato dell’ospedale, in modo da creare la “camera calda”, dove far scendere i pazienti dall’ambulanza, perché ora il trasbordo delle persone avviene all’aperto, tra vento, gelo e neve». Ieri si stava lavorando per portare l’alimentazione elettrica accanto all’ingresso del Putti, sotto un portico che almeno protegga l’ambulanza dalle nevicate. Si sta intanto cercando di ottenere il permesso di allestire qualche riparo in plastica, con la formula della stagionalità, quindi del tutto provvisorio, da rimuovere in primavera, ma che intanto consenta di alleviare i disagi, durante questi mesi invernali. «In accordo con Andreas Miribung, capo servizio della Croce bianca, stiamo facendo il possibile per ovviare a queste difficoltà – aggiunge il dottor Veranda – ma ci serve l’autorizzazione dell’ufficio tecnico del Comune che sinora ha espressamente proibito talune installazioni. Non ci è stata concessa l’autorizzazione a varie soluzioni, prospettate dai nostri ingegneri». Della vicenda si occupa il Gruppo Villa Maria di Lugo di Romagna, la grande azienda sanitaria che ha in gestione l’ospedale ampezzano dallo scorso 23 settembre, quando Adriano Rasi Caldogno, direttore generale della Usl 1 Dolomiti, ha firmato la concessione all’azienda vincitrice della gara d’appalto. 
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Il Gazzettino