La sfera zeppa di bottiglie in plastica che parla ai giovani. L'artista: «Simbolo delle nostre paure»

L'opera di Beniamino Pavarin impegnato da due anni nelle giornate ecologiche: «Cambiare atteggiamento verso la natura»

La sfera di plastica creata da Pavarin, messaggio perl'ambiente che muore
VIGONZA - Una sfera gigante piena di bottiglie di plastica per dire stop all'inquinamento ambientale. E' l'originale opera creata dall'artista di Vigonza...

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VIGONZA - Una sfera gigante piena di bottiglie di plastica per dire stop all'inquinamento ambientale. E' l'originale opera creata dall'artista di Vigonza Beniamino Pavarin, membro attivo del gruppo spontaneo PuliAmo Vigonza, che da quasi due anni nelle giornate ecologiche ripulisce il territorio dai rifiuti abbandonati.


«Siamo orgogliosi di tutti i nostri volontari - dice Barbara Colombo, fondatrice insieme al marito del gruppo -; senza di loro la nostra opera sarebbe poca cosa e decisamente difficile. Beniamino ha un cuore dolce e sensibile. Ha realizzato l'opera spinto dal bisogno di lanciare un messaggio a tutti, ma in particolare alle giovani generazioni, perché si colga l'urgenza di cambiare atteggiamento per non arrivare al punto di non ritorno nella distruzione dell'ambiente in cui viviamo». L'opera, esposta del giardino della sua abitazione, in via Luganega, è stata interamente costruita con prodotti di scarto e recuperati durante le giornate ecologiche.

«Quest'opera è lo sfogo delle mie preoccupazioni, delle mie ansie, delle mie paure, della mia impotenza - dice Beniamino -. L'intelaiatura rossa rappresenta la casa, perchè il pianeta è la nostra prima e vera casa. Al vertice c'è un cuore, a simboleggiare che solo se c'è rispetto, c'è vero amore! Appena sotto c'è una figura umana, che rappresenta un bambino che gioca su un prato di un pianeta il cui equilibrio è reso sempre più fragile perchè pieno di rifiuti, di veleni, di immondizie, di plastica, di armi. La grande sfera rappresenta il pianeta, colmo di rifiuti e circondata da filo spinato che trattiene la plastica, a dirci che di questo passo presto l'intera umanità avrà bisogno di trasferirsi su un altro pianeta, ma da qui non si potrà scappare. Se vogliamo che i nostri figli e nipoti abbiano la speranza di poter vivere sani, dovremo rapidamente non solo smettere di avvelenare la natura, ma anche pulire dove abbiamo sporcato. Alla base ho posto una clessidra, a ricordare che il tempo sta per scadere. Attorno al pianeta ho realizzato quattro imitazioni di satelliti, e quando soffia il vento, i satelliti girano, ma in senso antiorario, ad indicare che stiamo andando contromano, avvicinandoci sempre più al punto di non ritorno. Credo sia un'opera da far vedere a tutti, ai bambini e ai ragazzi, perchè si prenda consapevolezza di ciò che sta succedendo: ognuno di noi può fare la differenza, oggi, adesso, prima che sia troppo tardi!».
 

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Il Gazzettino