Amazon, il nuovo polo: impatto 500 camion al giorno

Uno dei poli logistici che lavorano per Amazon
ROVIGO - Mezzo migliaio almeno di camion in più in circolazione da primavera, quando in Polesine sarà operativo il nuovo polo logistico Amazon. Dal 1. gennaio 250...

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ROVIGO - Mezzo migliaio almeno di camion in più in circolazione da primavera, quando in Polesine sarà operativo il nuovo polo logistico Amazon. Dal 1. gennaio 250 lavoratori della logistica negli impianti gestiti dalla Geodis a Villamarzana e nelle vicine Boara Pisani e Vescovana, «dove il 90% della forza lavoro è polesana» precisa il segretario generale della Filt Cgil di Rovigo Matteo Poretti, diventeranno dipendenti di una società e non saranno più soci di una cooperativa. È un risultato importante contro la precarietà, e si aggiunge all'internalizzazione dei 120 lavoratori, ora attivi negli appalti, che dal prossimo 1° marzo saranno dipendenti della multinazionale Xpo che gestisce impianti a Vescovana e Boara Pisani: si aggiungeranno, così, agli attuali 30 dipendenti negli impianti, e il passaggio alle dipendenze della multinazionale sarà con la garanzia di tutti gli istituti acquisiti finora.


POLO AMAZON
Sono trasformazioni rilevanti per quasi 400 lavoratori e sono segnali che le rappresentanze sindacali vogliono dare al Polesine che verrà quando il polo Amazon, a Castelguglielmo, darà lavoro a oltre 2 mila persone: evitare le forme di illegalità ricondotta all'indotto. «Per la Federazione italiana lavoratori trasporti Cgil è un elemento prioritario la rottura del meccanismo dei subappalti e dei continui cambi d'appalto che riportano costantemente i lavoratori a una situazione di precarietà, perdendo ogni volta i diritti acquisiti», hanno ricordato con Poretti anche il segretario regionale Merci e Logistica Filt Romeo Barutta e il componente della segreteria provinciale Cgil Mauro Baldi. Ieri, nella sede della Camera del Lavoro di Rovigo, hanno ribadito che nella logistica in Veneto troppo spesso si è in presenza di cooperative non regolari. La differenza tra un rapporto di dipendenza e la partecipazione, come soci, all'andamento della cooperativa che riceve l'appalto, si traduce in un risparmio sul costo del lavoro e la pagano i lavoratori con una riduzione delle garanzie e con varie discrepanze rispetto al contratto collettivo nazionale. L'Osservatorio sulla cooperazione dell'Ispettorato territoriale del lavoro segnala infatti un alto numero di cooperative in Polesine che non rispettano i diritti dettati dal contratto nazionale, relativi all'orario di lavoro, al mancato riconoscimento del lavoro straordinario, all'uso distorto dell'istituto della trasferta e all'applicazione di salari sotto i minimi contrattuali.

IL RUOLO DELLE COOP
«Logistica e cooperazione sono sempre andate a braccetto, e molto spesso questo non è stato un sinonimo di qualità del lavoro», ha detto Matteo Poretti. Ma a invertire la tendenza arrivano come esempi verso il cambiamento i recenti accordi sindacali, sottoscritti anche a fronte di ore di sciopero, che migliorano le situazioni di circa 400 lavoratori. «In questi termini numerici il Polesine è il primo territorio in Veneto ad aver realizzato questo obiettivo», ha aggiunto Romeo Barutta, avvertendo che il sindacato è molto attento anche su altri aspetti: la trasformazione del tessuto urbano e il carico di traffico che porteranno investimenti come quello di Amazon e il polo logistico che Zalando realizzerà a Nogarole Rocca, entrambi lungo la Transpolesana.

IMPATTO SULLA VIABILITÀ

«Solo con Amazon ogni giorno circoleranno non meno di 500 camion: l'arteria viaria potrebbe scoppiare. E saranno mezzi green a circolare?», ha chiesto Barutta, che per Amazon in Polesine pronostica anche l'apertura di una filiale di distribuzione: «La filiale di Padova, ad esempio, ogni giorno ha 150 furgoni in uscita dalla Zona industriale». Mauro Baldi, sul polo Amazon, ha richiamato i mancati risultati raggiunti finora per il territorio: «Al cantiere in corso lavorano molti non residenti, quando invece un'intesa territoriale, non voluta da Amazon, avrebbe potuto dare risposte alla disoccupazione locale».
Nicola Astolfi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino