Il Polesine non sa sfruttare Amazon. La docente: «Si rischia di perdere il treno dello sviluppo»

L'insediamento Amazon a Castelguglielmo
ROVIGO - Lo sviluppo passa attraverso le economie del territorio, richiede pluralità e modifiche alle dinamiche di costruzione politica viste finora....

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ROVIGO - Lo sviluppo passa attraverso le economie del territorio, richiede pluralità e modifiche alle dinamiche di costruzione politica viste finora. «C’è bisogno di una forte discontinuità» rispetto alle politiche incentrate sulla disponibilità di finanziamenti e bandi pubblici, spiega Patrizia Messina, docente di Scienza politica all’università di Padova. La logica di sviluppo anche del territorio polesano, dunque, non può essere di tipo assistenziale. E deve coinvolgere in rete gli attori strategici dello sviluppo: «Serve un’alleanza tra Stato, imprese e Terzo settore, a partire dall’area urbana di Rovigo. Lo sviluppo di Rovigo senza Amazon vi sembra logico?», ha chiesto la docente universitaria alla platea di delegati sindacali in sala Bisaglia. Dopo le modifiche della legge Delrio alle funzioni delle Province, infatti, «senza la Provincia è Rovigo che deve darsi questa responsabilità. Se no la perde tutto il territorio».



PARTI DISTANTI

Messina, supervisore scientifico della ricerca sull’impatto di Amazon, ha ricordato che questo insediamento «è un flusso d’impresa che rende il Polesine attrattivo per altri insediamenti. Ma è arrivato anche perché il territorio è declassato, oltre che per la vicinanza del sito alle infrastrutture di trasporto». Allo stesso tempo, però, bisogna chiedersi: «Cosa sta facendo il Polesine perché Amazon resti e non cambi rotta? Praticamente non c’è dialogo. E se esiste una strategia di sviluppo di Amazon sul territorio, gli stakeholder locali che abbiamo intervistato non la conoscono».
La docente ha parlato anche del mercato immobiliare locale e ha rilevato che «a Castelguglielmo la modalità abitativa “appartamento” non esiste: ci sono solo case. E sulla possibilità del co-housing bisogna convincere i proprietari».

I NUMERI

Il confronto tra il periodo 2017-19 e il 2020 ha visto i volumi di compravendita aumentare dell’84% a Castelguglielmo e del 130% a San Bellino, mentre nei comuni confinanti il risultato è stato più 12%, a Rovigo meno 5% in un quadro di forte sofferenza in Veneto. Poi nel 2021 (sempre rispetto al 2017-19) i volumi sono aumentati del 91% a San Bellino e del 43% a Castelguglielmo: vanno aggiunti il 41% nei comuni confinanti e il 21% a Rovigo. Al momento mancano i dati sul mercato degli affitti, ma dalle interviste realizzate è emerso che «il territorio non era e non è pronto per l’arrivo di così tanti lavoratori. Per mentalità i proprietari di immobili non vogliono affittare per brevi periodi. Invece sono molte le locazioni temporanee, come i contratti temporanei di pochi mesi».

LE PROPOSTE

Tra i suggerimenti per rispondere alla domanda di locazioni c’è quello di «usare strutture abbandonate come gli zuccherifici, per progetti di social-housing», cioè per offrire alloggi e servizi abitativi a prezzi contenuti. Anche questi suggerimenti confermano la consapevolezza, ha ribadito Messina, che «lo sviluppo sostenibile non può essere affidato al mercato, che va verso il profitto. Deve essere uno sviluppo guidato, pur senza essere assistito». E così «il tavolo di co-progettazione può diventare un metodo. Amazon non può risolvere tutti i problemi del Polesine: per certi aspetti dobbiamo essere contenti che sia arrivato e da qui possiamo partire. È solo da 2 anni che c’è ed è arrivato in una fase di crisi segnata dalla pandemia. La responsabilità sociale non è solo d’impresa, ma del territorio e della comunità, in cui ognuno lavora con una logica condivisa di sviluppo, pensando che se il territorio non si sviluppa, perdiamo tutti. La co-progettazione non è la divisione di una torta, ma fare due, tre o più torte, insieme».

E dopo l’annuncio che i 18 mila licenziamenti del gigante dell’e-commerce riguarderanno anche l’Europa? «Forse questa è l’ultima chiamata per fare sistema e frenare lo spopolamento in Polesine», ha concluso Pieralberto Colombo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino