Amazon abbandona Treviso, il mini polo alle Stiore non apre più: «E' in vendita»

Il colosso del commercio on line non aprirà il maxi stabilimento pronto dal 2021 nell’ex area Scardellato

Un'immagine del mini polo Amazon a San Giuseppe
TREVISO - Fine della corsa: il mini polo Amazon alla Stiore, realizzato nell’ex area Scardellato, non aprirà più. Il colosso del commercio online lo ha...

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TREVISO - Fine della corsa: il mini polo Amazon alla Stiore, realizzato nell’ex area Scardellato, non aprirà più. Il colosso del commercio online lo ha ufficialmente comunicato a Ca’ Sugana, annunciando l’intenzione di vendere tutto. Qualche settimana fa c’è stato un incontro nell’ufficio del sindaco Mario Conte con i vertici italiani di Amazon. In quell’occasione la società ha rivelato la sua decisione: nonostante l’investimento fatto e un centro pronto per l’uso, la strategia industriale è cambiata. Il nuovo corso di Amazon prevede un ridimensionamento dei mini-poli battezzati “dell’ultimo miglio”, realizzati nel bel mezzo del boom degli acquisti online alimentati anche dal cambio delle abitudini portato dalla pandemia. Adesso l’orientamento è più quello di concentrarsi su poli più grandi a livello provinciale, come quello in programma a Roncade. Quello di Treviso, insomma, non serve più. E finirà sul mercato.


LE ATTESE

A Ca’ Sugana non sono rimasti più di tanto sorpresi. Da mesi si era capito che qualcosa stava cambiando. Nonostante i lavori fossero finiti dal 2021, il mini-polo a ridosso di San Giuseppe continuava e restare chiuso. L’ultima voce parlava di una possibile partenza a giugno, ma non si è mosso nulla. Poi l’annuncio finale e adesso per l’ex area Scaredellato, dimenticata per anni nel degrado e finalmente riqualificata da Amazon, il destino cambia ancora. Ca’ Sugana, per dare il via libera alla vendita, ha però posto delle condizioni: l’area resterà comunque destinata alla logistica e chi subentrerà dovrà rispettare alcun paletti come l’obbligo di far arrivare i mezzi pesanti solo di notte e l’utilizzo di mezzi elettrici, o a poco impatto ambientale, per le eventuali consegne in città.


LE CARATTERISTICHE

Il progetto su Treviso prevedeva anche l’assunzione di oltre venti addetti diretti più una quarantina di autisti da ditte esterne a cui sarebbe stata affidata la consegna a domicilio. I camion dai grandi centri di distribuzione sarebbero dovuti arrivare in orario notturno mentre i corrieri sarebbero partiti di buon mattino. L’area riqualificata è ampia 5mila metri quadrati, esattamente la grandezza di altri impianti analoghi realizzati in altre zone del veneto, e presenta alcune novità come colonnine di ricarica oltre ad altri sistemi per ridurre i consumi energetici. Tutto ancora perfettamente funzionante, tutto mantenuto in ordine e piena efficienza come dimostra del resto l’illuminazione perfetta che ogni sera si accende lungo tutto il perimetro. Ma nessuno è mai entrato in quel deposito. E il prossimo che ci entrerà per primo non sarà un addetto di Amazon. Nel corso dell’ultima campagna elettorale il sindaco Conte, durante un incontro con i residenti di San Giuseppe, aveva risposto a molte domande riguardanti il polo. E ne aveva parlato così a chi gli chiedeva quando avrebbe aperto: «Si tratta di un’opera privata di logistica su un’area che era già adibita a questo settore. Come Comune non possiamo dunque intervenire sulla contrattualistica privata, ma abbiamo comunque dialogato a lungo con i vertici aziendali per cercare di ottenere il massimo una volta che l’impianto andrà a regime. Oltre alla bonifica del terreno, che era pieno di amianto, abbiamo ottenuto anche che i camion di Amazon arrivino principalmente di notte dalla Castellana, evitando così di passare per la Noalese. Inoltre, ci è stato confermato che le consegne finali ai cittadini avverranno con mezzi green, così da impattare il meno possibile sull’ambiente». E chi subentrerà al colosso americano dovrà rispettare le stesse condizioni.

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Il Gazzettino