​Amarone, le magnum da tremila euro che Aneri venderà in tutto il mondo

Amarone, le magnum da tremila euro che Aneri venderà in tutto il mondo
Tremila euro (più Iva) per una magnum di Amarone. Possibile? Possibilissimo, se la bottiglia in questione è firmata da Giancarlo Aneri, cioè "un semplice...

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Tremila euro (più Iva) per una magnum di Amarone. Possibile? Possibilissimo, se la bottiglia in questione è firmata da Giancarlo Aneri, cioè "un semplice veronese di Legnago", come si definisce sorridendo lui stesso, che ha piazzato le sue bottiglie sulle tavole di tutti i grandi della pianeta, che ha convinto il Lido di Parigi a mettere in carta il suo Prosecco accanto allo Champagne, che ha accompagnato i pranzi dei vari G20, G8, G7 e via discorrendo, e poi fondato il premio "È Giornalismo" - sua grande passione - assieme a Biagi, Bocca e Montanelli (non proprio gli ultimi arrivati), ed è riuscito, questo premio, a consegnarlo l'estate scorsa perfino a Papa Francesco, impresa titanica, oltretutto per un'azienda che, con il suo quarto di secolo di vita, è decisamente giovane.


Ma spesso volere è potere e le imprese per Aneri solo diventate la norma, da quando partì con i campioni di vino in valigia per gli Stati Uniti, da perfetto sconosciuto ma senza paura «perché l'Italia è un paese che nel mondo del vino e della gastronomia, come del resto in molti altri settori, non ha niente da invidiare a nessuno. Anzi, sono gli altri che devono invidiarci, e infatti lo fanno, invece noi italiani troppo spesso ce ne dimentichiamo». E dunque ecco queste 39 Magnum di Amarone 2001 pronte per una vendita da record: «In realtà solo 30, perché le altre 9 le teniamo per noi, per la nostra famiglia e le grandi occasioni. Dieci sono destinate all'Italia, le altre venti al resto del mondo, con il limite che ogni acquirente non potrà averne più di due».


OMAGGIO ALL'ITALIA
L'idea è nata qualche tempo fa, in occasione della ritappatura delle botti: «Con mio figlio e due esperti enologi ne abbiamo approfittato per assaggiare il vino e ci siamo accorti di essere di fronte ad un prodotto non eccezionale, di più. Abbiamo pensato che fosse il caso di approfittare di questa straordinaria qualità per lanciare una vendita altrettanto eccezionale, in qualche modo copiando i nostri cugini francesi che queste operazioni le fanno spesso».
Ma come nasce il prezzo, dieci volte superiore rispetto al valore normale della bottiglia? «Il prezzo è un doveroso omaggio alla forza e alla grandezza di questo vino, alla sua storia. Ed è anche un'operazione di valorizzazione dell'italianità».


Uscita la notizia sono arrivate le prime richieste, compresa quella di un personaggio famoso, del quale non Aneri preferisce non fare il nome, che gli ha proposto di acquistare una botte intera (non della stessa annata, quella non c'è più), l'equivalente di 133 bottiglie che, a 180 euro a bottiglia, fate voi i conti, non sono proprio bruscolini. Ma Aneri, il grande "piazzista del vino italiano", come si definisce lui stesso, non ha battuto ciglio, per lui è più o meno la normalità. Come chiacchierare con Obama o con il Papa.
C.D.M. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino