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Se n’era discusso anche a Montecitorio, con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che dal suo scranno aveva dedicato qualche pagina di un intervento proprio al Friuli Venezia Giulia. Si era però in periodo elettorale (in ballo c’era il ballottaggio a Udine) e il messaggio - forse - aveva assunto per quello toni trionfalistici. In realtà le cose stanno in modo un po’ diverso. A meno di interventi poderosi da parte di questo o del prossimo governo, infatti, il Friuli Venezia Giulia rimarrà anche in futuro l’unica regione del Nord Italia a non avere una vera e propria linea ad alta velocità sul proprio territorio. Perfino la Valle d’Aosta, che pur non sarà servita direttamente dalle rotaie di ultimissima generazione, avrà (e si tratta di un progetto legato al Pnrr) una stazione progettata per garantire ai suoi abitanti una connessione rapida con la linea ad alta velocità che unisce Milano a Torino. Da noi, invece, resterà un sogno chissà per quanto tempo.
IL QUADRO
Si parte dalla Liguria, giusto per includere una regione del vecchio triangolo industriale che per conformazione del territorio e poca lungimiranza nel passato non ha ancora un collegamento ad alta velocità.
I VICINI
Si impallidisce quando ci si paragona al Veneto. La regione confinante negli ultimi anni ha visto partire cantieri per svariati miliardi. Fanno parte del completamento di quel collegamento tra Milano e Mestre che porterà l’alta velocità lungo tutta la linea padana che da Torino raggiunge Venezia. E si correrà a trecento chilometri l’ora. In Friuli Venezia Giulia invece l’unico stanziamento - pur interessante - è quello che riguarda l’ammodernamento tecnologico della linea “bassa” tra Venezia e Trieste, che comprenderebbe il nodo di Latisana e gli scavi sul Carso. Ma in ogni caso ad aumentare sarebbe la capacità. Le velocità riceverebbe una spinta minima. Niente di paragonabile a una vera Tav. Che al momento ci vede tagliati fuori dall’Italia che conta e che produce. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino