Dianora Marandino, l’artigiana dei vestiti che apprezzava Feltre, un genio dei tessuti e dei colori che ha saputo farsi spazio nel mondo della moda del ‘900, vestendo...
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LA DONAZIONE
Tutto ha inizio qualche tempo fa quando Antonia Guarnieri dona al Comune 58 abiti della Marandino. «Nei suoi ultimi anni di vita, la stilista mi aveva invitato a raccogliere i suoi abiti. Quando è morta ho cercato di esaudire il suo sogno -racconta Antonia- perché avrei dovuto tenerli? Sono un bene di tutti».
La famiglia Guarnieri era in rapporti di amicizia con Dianora Marandino. La stessa Antonia racconta di quando, 12enne, conobbe la stilista e il marito, il pittore Enzo Faraoni. «Mio padre mi chiese di accompagnarli al mercato – ricorda Antonia -. La Marandino si fermava ad ogni banco per comperare cose semplici, perché lei era proprio così». Le occasioni di incontro fra le due famiglie furono poi molteplici, tant’è che l’artista fiorentina volle realizzare anche l’abito da sposa di Antonia; abito che è stato esposto nella mostra alla galleria Rizzarda.
IL PERSONAGGIO
La Marandino era un’artigiana del tessuto che ha saputo dare un approccio totalmente nuovo alla moda e ai suoi meccanismi nel ‘900. «Quando il mondo della moda italiana iniziava ad aprirsi all’America, lei ha saputo distinguersi; ha offerto subito un prodotto di nicchia fapprezzato – spiega Ilaria Danieli, giornalista ed esperta di moda -. Abiti brillanti, colorati, luminosi e con uno stile particolare». «Ha inventato un modo tutto suo di dipingere gli abiti – racconta Luigi Zangheri, docente amico della Marandino -. La Marandino è arrivata ad essere una figura importantissima del ‘900, ma faticando e rimettendoci in termini di salute».
LA GALLERIA
Questa donazione si inserisce nel progetto di sviluppo della galleria Rizzarda, un museo «che si sta facendo sempre più spazio grazie alla sua dinamicità», sottolinea l’assessore alla cultura Alessandro Del Bianco. «Uno spazio museale dedicato al ferro battuto che sta diventando sempre più centro di documentazione delle arti decorative del Novecento» aggiunge il sindaco Paolo Perenzin. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino