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AZZANO - «Quella mattina io e mia moglie Paola siamo partiti per andare in un deposito di rottami ferrosi vicino a Latisana. Tra il ferro e altri oggetti ho trovato questa gavetta di alluminio della capienza di 2-3 litri delle truppe alpine, sporca, anche se qualcosa si leggeva». È una storia che comincia da lontano quella che unisce, come per destino, due vite che domani simbolicamente si incontreranno. Da una parte l’azzanese Edi Casagrande, che si è trovato tra le mani la gavetta, ciotola utilizzata per il rancio militare, di un soldato italiano impegnato nella disastrosa campagna di Russia, dall’altra parte lui, alpino artigliere da montagna, Luigi Camposilvan, del terzo reggimento Divisione Julia Gruppo Udine, arruolato nel reparto munizioni e viveri, nato a Recoaro Terme il 7 giugno 1920 e deceduto presumibilmente l’11 gennaio 1943. Domani, infatti, alla sede del Gruppo Alpini di Azzano Decimo, si terrà una breve e commovente cerimonia, alla presenza del capogruppo degli alpini, Sergio Populin, del sindaco Massimo Piccini, di una rappresentanza comunale di Recoaro Terme, rappresentati dell’Arma, Bersaglieri, e il coro Montecavallo che proporrà brani inerenti la Grande Guerra, il tutto si concluderà con il rancio Alpino. Ma alla cerimonia ci sarà la famiglia dell’alpino disperso, i pronipoti, che ritireranno la preziosa gavetta. In un secondo tempo, la teca con all’interno la gavetta, sarà consegnata al Museo Fondazione 3 Novembre di Recoaro perché ne custodisca la memoria e il ricordo.
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LA STORIA
Una storia incredibile, riemersa dal passato quasi per caso e grazie alla curiosità del collezionista, studioso e ricercatore della Prima Guerra Edi Casagrande, che si è trovato tra le mani la gavetta di un soldato italiano impegnato nella campagna di Russia.
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Il Gazzettino