Ardito Desio, il suo archivio con un secolo di esplorazioni e viaggi al Museo Friulano di Storia Naturale

Vittorio Ponti e Ardito Desio, Libia 1931, Archivio Desio
UDINE - Trecento faldoni di documenti, oltre 30 mila tra immagini, negativi e filmati, un centinaio di cimeli, duecento libretti di campagna e circa trecento onorificenze:...

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UDINE - Trecento faldoni di documenti, oltre 30 mila tra immagini, negativi e filmati, un centinaio di cimeli, duecento libretti di campagna e circa trecento onorificenze: è l’incredibile patrimonio dell’Archivio Storico Ardito Desio che, da mercoledì 8 settembre, è entrato ufficialmente nella disponibilità del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, grazie alla figlia dell’esploratore e geologo nato a Palmanova, Maria Emanuela Desio. Alla cerimonia con cui è stato celebrato il comodato d’uso concesso al Comune di Udine hanno partecipato la stessa Desio, il sindaco Pietro Fontanini, l’assessore alla cultura Fabrizio Cigolot e Giuseppe Muscio, storico direttore del Museo attualmente in pensione e incaricato dal Comune di gestire, fino al 31 luglio 2022, l’archivio sulla base di un incarico di collaborazione a titolo gratuito.

NON SOLO IL K2

La figura di Ardito Desio (nato nel 1897 a Palmanova e morto nel 2001 a Roma) ha caratterizzato l'intero Novecento con le sue attività scientifiche ed esplorative: dalla nota conquista del K2, alle spedizioni in Libia (dove tra l'altro aveva trovato l'esistenza di idrocarburi nel sottosuolo libico, estraendo nel 1938 i primi litri di petrolio); dalle numerose attività di studio e ricerca in Karakorum alle esplorazioni in tutto il mondo. Fra i cimeli e i documenti conservati, tra cui anche il materiale relativo alle sue consulenze (come ad esempio quelle sulla frana del Vajont e sui trafori alpini), molti sono anche riferiti all'Italia e alle sue prime ricerche in Friuli, dove ha studiato l'area della Val Fella ed effettuato continue rilevazioni sui ghiacciai del Canin e del Montasio.

STORIA DI VIAGGI ED ESPLORAZIONI

«Questo archivio - ha commentato il sindaco -, che custodisce il vastissimo materiale documentale di uno del più grandi alpinisti ed esploratori a livello mondiale, rappresenta per la città di Udine e per il nostro sistema museale un motivo di profondo orgoglio e sono certo sarà in grado di attrarre non solo amanti della montagna e studiosi, ma anche tanti turisti e curiosi affascinati dalla straordinaria vita di Ardito Desio, friulano capace di far conoscere la tempra della nostra gente in tutto il mondo. Abbiamo intenzione inoltre di digitalizzare questo patrimonio documentale, che verrà messo a disposizione dei ricercatori attraverso il sito del Museo. Ma il merito di tutto questo va alla signora Maria Emanuela, cui va la gratitudine mia e di tutta la città di Udine».

«Desidero ringraziare - ha aggiunto Cigolot -, due persone senza le quali questo non sarebbe stata possibile: la figlia di Ardito, Maria Emanuela, che ha deciso di donare il materiale del padre al Comune di Udine e Giuseppe Muscio, storico direttore di questa struttura da poco in pensione ma rimasto gratuitamente a disposizione per gestire, grazie alla sua esperienza, la sezione che andiamo oggi a inaugurare e con la quale il Museo Friulano di Storia Naturale permette di conoscere e di approfondire al vita e le imprese di uno dei friulani più conosciuti a livello internazionale».

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Il Gazzettino