"Scorda" di fare la curva e con il camion disintegra il capitello risalente al '500

L'incidente che ha distrutto il capitello
ALPAGO - Non avrebbe visto la curva a gomito, finendo prima contro il palo della luce e quindi buttando già lo storico capitello di Sant’Onofrio che si trovava alla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ALPAGO - Non avrebbe visto la curva a gomito, finendo prima contro il palo della luce e quindi buttando già lo storico capitello di Sant’Onofrio che si trovava alla fine dell’abitato di Pieve salendo verso Plois. E meno male che c’era il palo della luce altrimenti, come ha simpaticamente annotato il parroco don Moreno, sarebbe finito direttamente sulla canonica che si trova poco sotto. L’incidente che ha cancellato il piccolo edificio sacro, dedicato all’anacoreta vissuto nel deserto egiziano, è avvenuto lunedì verso le 11.30.

Il furgone Daily, della ditta di trasporti Cassol, stava scendendo proprio da Plois verso Pieve dopo aver fatto una consegna quando all’altezza del tornante ha tirato dritto centrando il palo dell’illuminazione e quindi l’adiacente capitello. La distruzione è stata totale non senza il profondo dispiacere dei proprietari Luisa e Cesare Roffarè che abitano proprio lì vicino, primi ad accorrere dopo aver sentito il boato. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri di Puos per i rilievi. Il conducente, rimasto illeso, avrebbe dichiarato di non essersi accorto della curva, esattamente la stessa fatta per salire. Probabile una distrazione che però ha cancellato un riferimento religioso e anche topografico perché il capitello è il punto da dove parte una strada sterrata che sale in montagna, spesso frequentata per le passeggiate. Spesso c’è chi lascia una preghiera al santo ritenuto, assieme a sant’Antonio da Padova e Graziano di Tours, protettore di chi cerca oggetti smarriti, ma soprattutto delle donne che cercano marito e degli studenti che hanno problemi di studio.


«Ci dispiace immensamente - spiega Luisa - perché da dopoguerra apparteneva alla nostra famiglia che lo ha sempre curato. La sua storia risale attorno al 1500. Venne realizzato da un uomo che avendo vissuto un’esperienza da eremita scelse di celebrare proprio questo santo. Purtroppo in questa strada spesso si corre e il fatto che sia stato buttato completamente già significa che il furgone non andava certo a 20-30 all’ora. Solo il tetto, alzato con la gru dai vigili del fuoco, pesava oltre i 15 quintali, tanto da essere andato in allarme. Ora vedremo che poterlo ricostruire. Abbiamo chiesto anche l’aiuto del nostro parroco affinché si riesca a dimostrarne il valore storico in modo da poter attivare l’assicurazione».


Pieve resta così senza il santo che “indica” la strada per la montagna, e al momento anche senza un lampione visto che quel che restava è stato segato e rimosso.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino