Emergenza senza fine: 21 sfollati dell'alluvione ancora senza una casa

Emergenza senza fine: 21 sfollati dell'alluvione ancora senza una casa
 Il passaggio di Vaia, in Agordino, ha creato milioni di danni. Ma anche decine di sfollati che oggi, a distanza di 4 mesi da quel drammatico 29 ottobre, sono ancora 21....

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 Il passaggio di Vaia, in Agordino, ha creato milioni di danni. Ma anche decine di sfollati che oggi, a distanza di 4 mesi da quel drammatico 29 ottobre, sono ancora 21. «Ritengo sia questa la priorità assoluta a cui far fronte - commenta Fabio Luchetta, presidente dell'Unione montana Agordina - Questi cittadini devono essere aiutati a poter rientrare nelle proprie abitazioni rese inagibili da acqua e vento. Risolte tutte le grandi urgenze  la questione degli sfollati dev'essere la priorità  assoluta. Non oso nemmeno immaginare cosa abbiano provato queste persone nell'essere sfrattate da quello che dovrebbe essere, per tutti, il posto più sicuro del mondo. Una forma di violenza morale a cui ora, all'indomani delle emergenze più gravi, va assolutamente fatto fronte».


Questa la situazione degli sfollati: Agordo 4, Cencenighe 3, Gosaldo 4, Livinallongo 2, Rocca Pietore 4, San Tomaso 4.

Dopo le persone, le cose. E quindi, da qua in avanti, ci sarà un territorio intero da ricostruire. «Penso che solo alla fine dell'inverno i sindaci avranno la reale fotografia dei danni subiti - sottolinea Luchetta - E il bilancio, questo è certo già ora, sarà pesantissimo. Sia relativamente all'ambito pubblico che a quello privato. Alla luce di ciò il nostro compito sarà quello di ottenere da Governo e Regione più fondi possibili anche se fortunatamente, a quanto pare, delle rassicurazioni significative le stiamo ottenendo proprio in questi giorni. Roma e Venezia vanno quindi ringraziati per quanto fatto nei primi mesi di emergenza e per quanto stanno dimostrando ancora oggi. Sempre a questi enti, ma in generale a tutti quelli interessati, chiederemo un sostegno, e pure più elasticità, nella predisposizione e nell'appalto dei progetti. E' impensabile che i nostri piccoli Comuni siano in grado di far fronte all'immensa mole di lavoro burocratico e tecnico che li attende».
GLI SCHIANTI

Altra partita di rilievo è, neanche a dirlo, quella relativa agli schianti. «Le Amministrazioni stanno iniziando i lavori di pulizia dei boschi appaltando i primi lotti - spiega il presidente - e hanno inoltre avviato un fitto confronto con i privati. Proprio con quest'ultimi si aprirà la partita delle proprietà che spesso non si potranno rispettare del tutto. I nostri boschi, si sa, sono fortemente parcellizzati. Alla luce del basso valore della legna per decenni gli eredi non hanno fatto le successioni perché la pratica costava più del valore del bene. E quindi ci ritroviamo con boschi dai mille proprietari, in buona parte anche morti, passati a figli e nipoti residenti anche oltre oceano. In questi casi, come soggetti attuatori, dovremo agire d'imperio».
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Il Gazzettino