Allevatori in ginocchio, venti milioni per salvare il latte. Sbloccati i terreni a riposo: si possono coltivare

foto di repertorio
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PORDENONE - Il costo per produrre un litro di latte è tra 0,50 e 0,51 euro. Dalla vendita il produttore friulano oggi ricava, quando va bene, 0,48 euro. Proveremo a verificare se c'è qualche margine d'azione da parte di trasformatori e distributori per superare la situazione». Sono questi il problema e l'auspicio con cui oggi l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier arriverà al tavolo di confronto organizzato online con tutta la filiera lattiero casearia, per affrontare la complicata situazione degli allevatori del Friuli Venezia Giulia. «Il momento è difficile per queste realtà prosegue l'assessore -, perché all'aumento del costo dell'energia e dei mangimi, causa guerra in Ucraina, si aggiunge la non remunerazione del latte». Le cifre confermano, in sostanza, una produzione in perdita.

In attesa degli sviluppi che matureranno al tavolo, la giunta regionale ieri, proprio su proposta di Zannier, ha approvato un disegno di legge che consente di applicare al settore le nuove regole sugli aiuti di Stato e gli interventi a favore del sistema economico del Friuli Venezia Giulia in conseguenza della guerra in Ucraina. In sintesi, la norma permetterà di intervenire sul comparto primario con finanziamenti fino a fine anno e con una disponibilità di 20 milioni. «Il settore necessità di liquidità, perché l'aumento dei costi produttivi ha sovvertito le programmazioni e la copertura degli acquisti con gli introiti dell'anno precedente». Lo strumento legislativo fa leva sul provvedimento della Commissione europea che, per contrastare il forte aumento dei costi in tutti i settori economici, consente temporaneamente agli Stati membri di avvalersi pienamente della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato; tale quadro sarà operativo fino al 31 dicembre di quest'anno e integra gli strumenti esistenti in materia di aiuti di Stato.

La norma estende al «Programma anticrisi conflitto russo-ucraino» le procedure di applicazione del precedente «Programma anticrisi Covid-19» permettendo al Fondo di rotazione regionale per interventi nel settore agricolo di erogare anche finanziamenti a titolo di anticipazione delle spese di conduzione aziendale e del fabbisogno di liquidità aziendale relativo agli investimenti. Questi finanziamenti, a investimento ultimato, possono essere convertiti in sovvenzione attraverso la rinuncia, da parte del Fondo, al rientro di parte delle quote di ammortamento. Provvedimenti straordinari anche dall'Unione europea, che ha permesso, solo per il 2022, di coltivare i terreni lasciati a riposo, cioè quelle superfici che avrebbero dovuto essere ritirare dalla produzione agricola per un periodo minimo continuativo di sei mesi a patire dal 1° gennaio e fino al 30 giugno. Un decreto ministeriale ha reso operativa la decisione Ue in Italia cosicché gli agricoltori del Friuli Venezia Giulia, come evidenzia Coldiretti Fvg, possono utilizzare immediatamente i terreni a riposo, impiegandoli per pascolo, fienagione e normale coltivazione. In regione, stima Coldiretti, il provvedimento interessa circa 5mila ettari.

 

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Il Gazzettino