ROVIGO - Ambientalisti sul piede di guerra per l’insediamento di un nuovo allevamento di polli tra Boara Polesine e Mardimago. A farne richiesta la società Agricola...
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Ma fonti ben informate spezzano una lancia a favore del primo cittadino destituito: Bergamin e giunta non c’entrano nulla. Non c’è stata nessuna delibera, solo un procedimento amministrativo. Se il progetto è conforme alla disciplina urbanistica del territorio e ha ottenuto tutte le autorizzazioni previste non è possibile bocciarlo. Il ruolo chiave giocato dall’urbanistica è sottolineato anche dal consigliere regionale Patrizia Bartelle. «Con gli attuali strumenti urbanistici non si poteva impedire di rilasciare il permesso di costruire un nuovo allevamento. – afferma la Bartelle – Oltretutto 40mila capi rappresentano un numero che non necessita di autorizzazione». Secondo il consigliere regionale è necessario quindi correggere il tiro a monte delle singole richieste di insediamento, attraverso la modifica degli strumenti urbanistici. Il timore degli ambientalisti è che Rovigo si ritrovi soffocata dalla puzza. «In quella zona si sono installate diverse attività produttive come la Nuova Amit, l’Ortoromi, e l’impianto industriale degli asparagi. Ora anche l’allevamento di polli – afferma il comitato – Non pensiamo ci fosse bisogno di altre fonti odorose in questa zona. Era sufficiente registrare il lezzo che si avvertiva fino al centro storico quando in buon sindaco era ancora in carica. Nonostante questo si è scelto di portare qui anche un allevamento che, oltre ai polli, produrrà la famosa pollina, elemento altamente odoroso». «Come si è potuto fare una cosa del genere, caro ex Sindaco Bergamin, che quando era in carica rappresentava anche la massima autorità sanitaria della città? Ma ci riferiamo anche la sua Giunta» – incalza il comitato, puntando il dito anche contro il problema del traffico pesante con tir sopra i 35 quintali che, in barba ai divieti, percorrono le strade di Boara e dintorni. «I cittadini di questa zona sono esausti da amministratori che continuano a creare solo danni. Chiediamo almeno ad Arpav e Usl di vigilare con il massimo del rigore per evitare che siano ancora una volta i cittadini ad interessare la Procura della Repubblica». «Come se non bastasse – dichiara il consigliere – c’è una richiesta del 3 gennaio scorso da parte di una ditta altoatesina, la Fri-el Aprilia, per la realizzazione di un impianto a biogas proprio di fronte all’allevamento di Mardimago. La presidenza della Provincia deve prendere una posizione politica sulle richieste di realizzazione e ampliamento di impianti a biogas e per lo sfruttamento intensivo degli animali o simili mettendo un freno alle richieste di questo tipo. Il messaggio deve essere chiaro: il nostro terreno non è a disposizione di chi cerca profitto». «Inoltre – conclude la Bartelle – devono essere considerate anche le emissioni odorigene. Non a caso ho presentato sul tema un disegno di legge regionale per regolamentare anche la questione degli odori fetidi e nauseabondi emessi dagli allevamenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino