Allarme lupi "ibridi" nel Tarvisiano, bestiame sbranato e minaccia per la specie

Lupi "ibridi" in Val Saisera
TARVISIO - Continua a preoccupare la presenza di ibridi di cane e lupo nella foresta di Tarvisio. Dopo l’avvistamento dell’esemplare nero, filmato da alcuni...

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TARVISIO - Continua a preoccupare la presenza di ibridi di cane e lupo nella foresta di Tarvisio. Dopo l’avvistamento dell’esemplare nero, filmato da alcuni operaio di Paularo in Val Saisera, Arci Caccia Fvg lancia l’allarme per la presenza di ben otto ibridi che si muoverebbero liberamente nella foresta assieme alla madre lupa. In una nota Arci Caccia parla di un fatto grave e preoccupante. 


«Preoccupante per la conservazione della specie lupo, della sua integrità genetica che è rimasta immutata per millenni - spiega il presidente Graziano Busettini -. Grave perché già dal giugno 2020 si era scoperta la presenza di un canide ibrido nero, in Europa non esistono lupi neri, che si accompagnava a una lupa. Di questo, ci risulta, erano stati informati la Regione Fvg, l’Ispra e il ministero dell’Ambiente».


I DETTAGLI


Il lupo nero è nato in Slovenia da un ibrido e una lupa. Il resto della cucciolata è stato soppresso assieme al padre. L’esemplare in questione è sfuggito all’abbattimento. «Nel suo peregrinare - informa Arci Caccia Fvg - ha incontrato una lupa e assieme sono arrivati fino a Tarvisio, dove si sono stabiliti. A tutt’oggi il problema è insoluto. La coppia in primavera ha figliato e sono nati, sembra, 7 cuccioli ibridi. Pare due neri».
Secondo Arci Caccia, la situazione è ancor più grave. «Un conto è catturare un esemplare - osserva l’associazione venatoria - un conto catturarne otto! È grave perché il problema non è solo tarvisiano o solo italiano. Questi animali non conoscono confini e possono tranquillamente andare ad inquinare il patrimonio genetico del lupo anche in Austria e continuare a farlo anche in Slovenia. Questa storia sicuramente non contribuisce a migliorare l’immagine dell’Italia, almeno nel campo della protezione della natura».


L’associazione chiede risposte urgenti per evitare il proliferare di ibridi la prossima primavera nella foresta tarvisiana. «O, come molti pensano ormai, dobbiamo sperare che questi animali passino il confine di Austria e Slovenia, dove con apposite deroghe è consentito l’abbattimento degli ibridi e dove probabilmente il problema troverebbe una definitiva soluzione?».

 

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Il Gazzettino