In estate pericolo siccità: «Carenza d'acqua, in alcuni paesi potrebbero tornare le autobotti»

Lago del Mis: il livello bassissimo dell'anno scorso
BELLUNO - La preoccupazione ha sguardo lungo. Arriva all’estate. Il problema della siccità non va giù duro solo con l’agricoltura: ad essere coinvolti...

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BELLUNO - La preoccupazione ha sguardo lungo. Arriva all’estate. Il problema della siccità non va giù duro solo con l’agricoltura: ad essere coinvolti saranno i laghi, punti di forza del turismo. «E’ possibile che, in alcuni Comuni, si arrivi alla situazione dello scorso anno in cui si è dovuto provvedere al rifornimento d’acqua con autobotti», sono parole di Gianpaolo Bottacin, in veste di assessore alla difesa del suolo. Chi non ricorda, per esempio, i disagi in alcune frazioni di Alpago? La causa della siccità sta solo in parte nelle precipitazioni scarse. 

È PIOVUTO PIÙ DELLA MEDIA
Lo dicono i numeri riferiti da Bottacin: a gennaio è piovuto più della media, con 69 millimetri contro la media di 58. A dicembre i millimetri sono stati 109 contro la media di 81. Si sta pagando, però, la mancanza di pioggia dei mesi autunnali precedenti, per un totale di 305 millimetri contro una media di 386. L’assessore regionale, in realtà, punta il dito della questione sulla neve che non c’è più. A pesare, insomma, sono le alte, inusuali, temperature che causano il suo prematuro scioglimento: «La neve fa da serbatoio naturale – sintetizza in modo chiaro l’assessore – ma quella che è caduta se ne è già andata al mare». 

LAGHI SOTTO PRESSIONE
Prospettive poco rosee in generale, quindi, per quel che riguarda le riserve d’acqua: «Le falde, nello scorso anno, si erano abbassate. E non si sono ricaricate. Non c’è da aspettarsi, poi, alcuna collaborazione dalle Regioni limitrofe al Veneto». A patire saranno, in provincia di Belluno, probabilmente i laghi, da Santa Croce al Mis, fino al lago di Centro Cadore. Con annessi e connessi. In base ad una legge nazionale, come precisato dall’assessore, le precedenze vanno date al bere e all’alimentazione: «La norma dice che in caso di carenza idrica ad essere tutelati sono gli acquedotti, per primi, seguiti dall’agricoltura. Poi tutto il resto». 

INCASSI AGGIUNTIVI
Nel “resto” è compreso il turismo. Per chi opera nel settore, per fortuna, è già pronto il tampone ad eventuali perdite. Tutto grazie ai canoni idrici: «Con la legge sull’idroelettrico arriveranno in provincia di Belluno decine di milioni di euro – si esprime con soddisfazione Bottacin che ne è stato paladino – già da quest’anno otto milioni. Non sono solo destinati alle Case di riposo, ma anche ad attenuare i danni economici derivanti dalla carenza idrica. E non è un risultato da poco l’aver portato a casa canoni idrici raddoppiati».

L’INCONTRO
Due giorni fa, a Venezia, in vista della campagna irrigua 2023, Bottacin, con l’assessore all’agricoltura, Federico Caner, ha fatto il punto sulle risorse idriche insieme ai rappresentanti dei Consorzi di Bonifica e dell’Anbi. Scopo è la creazione di un tavolo di coordinamento volto ad affrontare in maniera congiunta la situazione emergenziale, evitando possibili scontri sociali. Il dato – comunicato da Caner – è, infatti, preoccupante: a rischio, per la mancanza di acqua irrigua, sono 7 miliardi di produzioni agricole nel Veneto. Così, nell’occasione, si è espresso Gianpaolo Bottacin: «C’è uno stato di emergenza aperto e tutte le misure che sono state prese nel 2022 saranno riproposte per affrontare gli scenari futuri, con necessarie dotazioni finanziarie che potranno essere attinte dal Piano Invasi nazionale».

SERVE RISPARMIARE


Richiamando l’attenzione sull’importanza già da ora del risparmio idrico, Bottacin sta seguendo passo a passo le problematiche che non riguardano solo Belluno: «Vogliamo affrontare l’evolversi della situazione anche con interventi infrastrutturali». Intanto una Cabina di regia per attivare le azioni di emergenza in tema di siccità è attivata dal Governo, con appuntamento il primo marzo. 
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Il Gazzettino