Rovigo. Dopo la siccità, bombe d'acqua, allagamenti e adesso un nuovo allarme meteo: gli agricoltori stanno impazzendo

Campagne allagate in Polesine
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ROVIGO - Due settimane che hanno cambiato una situazione che andava avanti dall’autunno del 2021 scongiurando l’incubo di una nuova estate completamente a secco. Il problema è che la pioggia, latitante per mesi e mesi, si è concentrata in poche ore, fra l’altro su terreni inariditi e quindi meno in grado di assorbirla. E, dopo che ieri si è riaffacciato il sole, per oggi è previsto il passaggio di una nuova intensa perturbazione che ha portato il Centro funzionale decentrato della Protezione civile regionale a dichiarare la fase di “Attenzione”, livello giallo, per criticità idraulica e idrogeologica, fino a domani, proprio nei bacini di Po, Fissero-Tartaro-Canal Bianco e Basso Adige, con la previsione di «possibile innalzamento dei livelli della rete idrografica secondaria e rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque piovane con allagamenti di locali interrati e/o sottopassi».



NUOVA PERTURBAZIONE

Ecco, quindi, che da una situazione di siccità, l’agricoltura polesana si è trova ora a fare i conti, in pieno maggio, con un problema di eccesso. Quasi un’amara beffa per molti agricoltori, che dopo aver invocato una perturbazione che alleviasse le sofferenze delle campagne se le sono ritrovate allagate. Tanti i terreni agricoli andati sott’acqua, in particolare nella zona dell’Alto Polesine, ma anche alle porte di Rovigo. Qualcuno ancora non si è asciugato e ci sono anche alcune coltivazioni che potrebbero essere state irrimediabilmente danneggiate. Il presidente della Cia di Rovigo, Erri Faccini sottolinea: «Serve intervenire quanto prima nell’ammodernare e automatizzare l’intero sistema idrico di irrigazione e bonifica. Urgono interventi tempestivi e tangibili. Il primario sta vivendo una costante emergenza. Gli imprenditori agricoli, dal canto loro, sono ormai come dei pronto soccorso, pronti a intervenire al fine di salvare le nostre eccellenze da fenomeni avversi quali la siccità o le abbondanti precipitazioni. I cambiamenti climatici sono pienamente in atto. Non è che piova meno rispetto agli anni passati. Piuttosto, si alternano dei prolungati periodi di secco a precipitazioni intense. Col risultato che non sempre gli appezzamenti sono in grado di assorbire la pioggia che giunge in grande quantità in poco tempo».

LE CRITICITÀ

Problemi particolarmente pesanti ci sono stati poi lungo il Cavo Bentivoglio, tanto che 17 aziende agricole hanno scritto a Consorzio di bonifica, associazioni di categoria del comparto e Prefetto, per evidenziare che «sembra una beffa dover pagare le tasse di Bonifica, arrivate in questi giorni, su terreni che rimangono allagati per giorni e dove il raccolto è oramai compromesso». Nella lettera si allega anche un articolo del Gazzettino del 1995 e viene rimarcato come «da anni segnaliamo un problema strutturale nel tratto del Cavo Bentivoglio che va dalla località Dossi di Trecenta alle idrovore di Runzi. La pioggia di mercoledì 10 maggio, 150 millimetri circa, ha causato l’esondazione del canale di scolo nei terreni che stanno facendo da bacino di espansione per la zona di Trecenta, Bagnolo di Po, Salara e altre zone limitrofe. L’allagamento avviene per esondazione dato che con le idrovore si smaltisce meno acqua di quella che arriva provocando danni a centinaia di ettari di colture che vanno dal mais al grano alla soia a frutteti e coltura di pomodoro. Il personale della Bonifica è intervenuto prontamente e anche durante la notte collaborando con gli agricoltori ma con scarsi risultati per un problema strutturale che sarebbe ora di risolvere». 

I titolari delle 17 aziende aggiungono poi che «Difendere i nostri raccolti significa difendere il nostro reddito. Il problema, come già scritto in altre lettere, è a voi noto da decenni e ci avete sempre detto che presterete la massima attenzione alle zone in questione. È stato scavato un bypass che doveva superare la strozzatura del ponte di Runzi ma l’opera non è conclusa per una colonna Enel sul tracciato che non viene spostata. Attendiamo risposte concrete, finora mai arrivate, dando la massima priorità a lavori che permettano di mantenere l’acqua nell’alveo del Cavo Bentivoglio anche quando piove un poco di più».
 

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Il Gazzettino