Cgil: «Sanità padovana vicina al collasso, 600 sospesi e solo 180 persone in più»

Reparto di terapia intensiva in un ospedale padovano
PADOVA - La sezione della Funzione Pubblica della Cgil di Padova lancia l'allarme: la pandemia è stata affrontata, sul piano del personale sanitario, con armi troppo...

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PADOVA - La sezione della Funzione Pubblica della Cgil di Padova lancia l'allarme: la pandemia è stata affrontata, sul piano del personale sanitario, con armi troppo leggere. «180 persone in più in un organico di poco più di 7000 persone in tutta la Ulss 6, e a fronte delle 600 sospensioni di personale che non si è vaccinato, mettono a rischio l'assistenza» dice il sindacato. I numeri sono stati presentati nella sede della Cgil a Padova.

A parlare è Raffaella Megna, segretaria provinciale della Funzione Pubblica della Cgil. «L'Ulss Euganea cura un milione e mezzo di persone in un territorio molto vasto, 180 persone in più nel 2020 rispetto al 2019 sono una risposta troppo blanda, e non ci sono piani per nuove assunzioni - spiega la sindacalista - noi non discutiamo la legge che impone l'obbligo del Green pass ai sanitari, diciamo solo che ci sono delle conseguenze da affrontare: abbiamo -4% di personale a Schiavonia, -4% su Padova e Piove di Sacco, - 6% Camposampiero -15% di Cittadella - aggiunge Megna - la turnazione delle ferie rischia di saltare, a tutto questo nessuno sta ponendo rimedio». 
 

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Il Gazzettino