Migrante graziato dalla burocrazia torna e picchia ancora gli agenti

Bakary Marong
PADOVA - Ci risiamo. Calci e pugni, ma stavolta senza il Corano, ai poliziotti che volevano controllarlo, lì, a due passi dal centro di Padova, in corso del Popolo, sabato...

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PADOVA - Ci risiamo. Calci e pugni, ma stavolta senza il Corano, ai poliziotti che volevano controllarlo, lì, a due passi dal centro di Padova, in corso del Popolo, sabato pomeriggio. Le manette sono scattate di nuovo, i poliziotti sono rimasti feriti e l'irriducibile Bakary Marong, ragazzone di 22 anni del Gambia, che già aveva pestato con furia altri agenti solo pochi giorni fa inneggiando ad Allah e alla strage degli infedeli, è ritornato dietro le sbarre in attesa della direttissima prevista oggi. Accusa, resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Oltre alla denuncia per non avere rispettato il divieto di dimora in Veneto. Che invochi gli attacchi dell'Isis o meno, Bakary Marong non può essere espulso.


È richiedente asilo politico, sebbene la commissione territoriale abbia bocciato la sua domanda, ma lui ha frettolosamente presentato ricorso in tribunale. In attesa del pronunciamento finale (previsto a novembre), è congelata per lui ogni possibilità di essere allontanato dall'Italia. Rimane il divieto di dimora in Veneto, misura che Bakary ha bellamente violato fino ad incappare in un controllo della polizia. Alle 15, nel corso affollato, con un discreto carico di lattine di birra, affronta con piglio minaccioso i due agenti delle Volanti che gli chiedono di mostrare i documenti. Non ci pensa un attimo, si scatena contro i due che dopo una colluttazione riescono finalmente a immobilizzarlo. Stavolta niente invocazioni ad Allah, ma botte ai poliziotti, sferrando con tutta violenza, forse anche in preda ai fumi dell'alcol, cazzotti e calci. 


Un anno fa i carabinieri lo avevano sorpreso vicino alla stazione ferroviaria mentre cedeva 25 grammi di marijuana a un ragazzo. Appena un mese dopo era finito ancora nei guai: gli uomini dell'Arma lo avevano intercettato a Prato della Valle insieme ad un connazionale. Nascondevano mezzo etto di marijuana. Si attendono direttissima e decisione sulla sua richiesta di asilo politico. A meno che il Viminale non voglia intervenire prima.
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Il Gazzettino