Alghe in Canal Grande, ci pensano i cinesi: raccolta per mangiarle

Cinesi mentre raccolgono le alghe
VENEZIA - L’immagine è inequivocabile. Uomini con i tratti somatici orientali che raschiano un tipo di alga cresciuta lungo la Fondamenta di San Simeon Piccolo, di fronte...

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VENEZIA - L’immagine è inequivocabile. Uomini con i tratti somatici orientali che raschiano un tipo di alga cresciuta lungo la Fondamenta di San Simeon Piccolo, di fronte alla stazione di Santa Lucia. Che stanno facendo? Perchè raccolgono questo tipo di flora marina? Chissà, ma perlomeno appare tutto un tantino inquietante. Chi se lo è chiesto è stato il consigliere comunale della Lega Nord, Giovanni Giusto, presidente del Coordinamento delle Remiere, quando alcuni residenti nella zona gli hanno mostrato queste foto a dir poco inconfondibili.


A prima vista parrebbero talli (è il termine scientifico, ovvero "grappoloni") diundaria pinnatifida chiamata in giapponese wakame, un genere di alga proveniente dai mari giapponesi e che, negli anni, si è molto diffusa nella laguna veneta. «Mi chiedo - sottolinea il consigliere Giusto - ma che cosa ci fanno questi signori che raccolgono sulle rive del Canal Grande questa specie di alga? Il sospetto è d’obbligo: per caso le raccolgono per mangiarle o per somministrarle in qualche ristorante orientale lontano da Venezia?».

Insomma, "domandine" non di poco conto se è vero che, come racconta Giusto, questi personaggi sono stati visti più di una volta, e di mattina presto (quindi lontano da occhi indiscreti) che raccoglievano questo tipo di alghe. «Farò un’interrogazione al sindaco - sottolinea l’esponente leghista - per capire di che cosa stiamo parlando». Dal canto suo, anche l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin coglie la notizia con incredulità: «Tutto è possibile - dice - Di certo sulla base di questa segnalazione, sarà mia cura non solo avvisare il settore competente dell’Ulss, ma anche il Nucleo Antisofisticazioni dei Carabinieri».







Ma a risolvere il mistero ci pensa Daniele Curiel, naturalista, esperto di alghe. «In Estremo oriente - spiega - l’Undaria è un cibo prelibato. Può essere bollita e mangiata, sbriciolata come condimento. In Estremo oriente vi sono fior fiore di allevamento ed è un piatto della tradizione alimentare soprattutto del Giappone. Ho i miei dubbi, comunque, che l’Undaria raccolta in Canal Grande possa avere un sapore gustoso come quello delle alghe raccolte in Giappone». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino