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«Questo è il giorno più bello della mia vita». Questa la frase di Alex Zanardi prima dell'incidente che gli ha causato 10 interventi e 5 cambi di ospedale. È passato un anno esatto da quel maledetto 19 giugno 2020, giorno in cui l'ex pilota di Formula1 si schiantava con la sua handbike contro un camion su una statale della Toscana. Zanardi era impegnato in una staffetta di beneficienza, proseguita da allora dalla moglie Daniela. Uno scontro che ha messo di nuovo a dura prova Zanardi dopo l'incidente al Lausitzring di 20 anni prima. Da allora il pilota ha solo dimostrato la sua forza e voglia di vivere. Non si è mai arreso lui nè la famiglia. Oggi a parlare è il figlio Niccolò.
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Le parole tra speranza e tristezza sono lasciate a Repubblica. «Come sta? Non lo sappiamo. È sempre lì. Nessuna novità, niente di niente. Siamo anche un po' stressati per questo, non ci sono grandi cambiamenti. Noi non perdiamo le speranze, la fibra è buona». E le aspettative non sono mai mancate soprattutto ad Alex che in questi anni si è raccontato: «Non volevo dimostrare niente a nessuno, la sfida era solo con me stesso, ma se il mio esempio è servito a dare fiducia a qualcun altro, allora tanto meglio». Zanardi adesso si trova ricoverato all'ospedale di Vicenza, Unità gravi cerebrolesioni, dopo essere passato da cinque ospedali e più di dieci operazioni.
Di tutte le operazioni subite da Alex, quattro sono state effettuate nel reparto di neurochirurgia di Padova, il cui direttore Franco Chioffi svela: «Adesso Zanardi è fuori dal letto, l'hanno messo in poltrona». Questo significa che da seduto finalmente può fare una riabilitazione più completa. A Padova non era stata usata solo la medicina convenzionale ma anche una sperimentazione fatta di musica: le canzoni di Venditti acelte dalla moglie e fatte risuonare nella stanza per revocare ricordi familiari.
Zanardi finalmente, seppur in maniera ridotta, da qualche mese ha cominciato a comunicare con la sua famiglia. Osserva tutto quello che accade intorno a lui, a volte sorride. Di strada da fare ancora ce ne è tanta ma neanche stavolta la famiglia Zanardi mollerà, il pilota per primo. «La vita è sempre degna di essere vissuta, quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa»: lezioni di vita che dovrebbero diventare il mantra di ognuno.
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Il Gazzettino