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PADOVA - Trentun anni, di Trieste, specializzanda in medicina Interna, Alessia Pacorini parte per Wolisso, in Etiopia, dove trascorrerà 6 mesi di impegno e lavoro. Impegnata nella specializzazione all'Università di Padova sarà inserita nel progetto Jpo (Junior Project Officer) di Medici con l'Africa Cuamm, che permette agli specializzandi di fare un'esperienza in Africa, riconosciuta nel percorso formativo di giovani medici.
«Ho conosciuto il Cuamm all'Università, dove mi è capitato di assistere a una lezione del dottor Giorgio Pellis, storico volontario dell'ong padovana. La sua testimonianza mi ha affascinato molto e confermato sul mio desiderio di partire - racconta Alessia Pacorini -. Un desiderio che si è rafforzato dopo una breve esperienza sul campo, in Uganda, da studente di medicina.
L'ospedale di Wolisso, in cui opererà Alessia, ha 200 posti letto e nel 2021 ha effettuato 80.282 visite ambulatoriali, 12.183 ricoveri, 4.206 parti ed è riferimento per un bacino di utenza di circa 1 milione di persone.
L'Etiopia è stata di recente sotto i riflettori per la situazione, ancora non risolta, di forte instabilità e per la guerra scoppiata nel nord, nella regione del Tigray, che mira all'indipendenza dal governo. Migliaia le persone che hanno perso la vita a causa degli scontri interni e che sono dovute fuggire in Sudan. Tre lunghi anni di pandemia hanno, poi, indebolito un già fragile sistema sanitario e registrato una significativa riduzione dell'accesso agli ospedali. A questo si aggiungono gli effetti della grave crisi globale che stiamo vivendo: i prezzi dei beni primari e di base sono aumentati in modo vertiginoso, dal costo della farina e del latte a quello del carburante. I sistemi sanitari stanno tornando indietro di 10 anni.
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