Alessia è in coma da un anno, una raccolta fondi degli amici per assisterla a casa

Alessia Cammozzo, la 23enne di Murano da un anno è in coma vegetativo di minima coscienza
MURANO - Chissà quanto avrà pensato a quella festa. Se aveva organizzato tutto nei dettagli per i suoi 22 anni, se aveva comprato un abito nuovo pronto per essere...

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MURANO - Chissà quanto avrà pensato a quella festa. Se aveva organizzato tutto nei dettagli per i suoi 22 anni, se aveva comprato un abito nuovo pronto per essere indossato. Perché sì, a poco più di vent’anni c’è la voglia di festeggiare il compleanno, c’è l’attesa di festeggiarlo. Di sentirsi adulti, indipendenti, padroni del mondo, con quella forza e quell’energia che solo i giovani hanno. Con quella spensieratezza e quell’incosciente senso di immortalità che le è stato portato via in un secondo. Alessia Cammozzo, muranese, ha compiuto 22 anni il 21 gennaio del 2020. Quello stesso giorno – di un anno "bisesto" che ha portato nel mondo una pandemia – Alessia si è svegliata con un fortissimo mal di testa, ha perso i sensi, ha ripreso conoscenza solo pochi secondi per sussurrare a mamma Annalisa “sto tanto male” poi il nulla. La corsa in ospedale, un’operazione d’urgenza, le ore infinite di attesa, le preghiere della famiglia, del fidanzato Mattia, dei compagni classe, degli amici increduli che quella fosse la realtà. A nulla è servito tutto questo perché da allora Alessia, quella bellissima ragazza che aveva sempre un sorriso per tutti, non si è mai più svegliata. Un’emorragia cerebrale si è succhiata via tutto quello che c’era. Trentasei giorni di terapia intensiva, 36 giorni di ansia, di aspettative, di speranze, 36 giorni al suo capezzale alla ricerca di un battito di una ciglia, di una mano che stringe. E la paura inconfessabile di perdere la loro “principessa”. Ma Alessia non è più tornata indietro e su lei, da quel maledetto martedì, grava uno stato di coma vegetativo di minima coscienza. Dopo la degenza in ospedale Alessia è stata ospitata in una struttura riabilitativa del territorio, ma il protocollo prevede che in assenza di miglioramenti il paziente venga spostato in lunga degenza. Nei giorni scorsi è stata perciò spostata in una struttura di Mestre, ma la famiglia vuole riportarla a casa. E per questo motivo un’amica di famiglia (e zia del fidanzato), Nicoletta Dal Zennaro, ha avviato l’altra sera una raccolta fondi in internet, per garantire una cifra che possa aiutare i familiari a offrirle assistenza tutto il giorno e affiancarle un team di professionisti che possa darle una speranza di miglioramento. “Vogliamo riportarla a casa, nella sua stanza dove ha trascorso la sua spensieratezza, dove ha sognato, pianto, riso ma sempre circondata da amore - si legge nella raccolta fondi - Perché la nostra Ale ha diritto di vivere o meglio “merita di vivere” una vita dignitosa di ragazza della sua età, seppur diversa dalle aspettative ma sempre circondata dall’affetto di parenti e amici che mai l’abbandoneranno”. Per portare a casa Alessia occorre supporto medico, psicologico, fisioterapia, attrezzature, visite presso centri di riabilitazione e assistenza giorno e notte, un costo troppo pesante da sostenere per la famiglia per un periodo troppo lungo. E l’appello è corso anche oltre regione e ha riscosso una grandissima risposta, tanto che in un solo giorno sono stati raccolti più di 22mila euro. “Sono emozionata, non avrei mai pensato a una simile risposta e sono tanto contenta perché Alessia era gentile, educata, aveva vinto borse di studio, era umile, bellissima e non si rendeva nemmeno conto di esserlo - spiega Nicoletta commossa - abbiamo i piedi per terra e abbiamo tutti preso coscienza della situazione, ma miglioramenti ce ne possono sempre essere, e anche miracoli”. Figlia unica, Alessia era una principessa per la sua famiglia ma anche per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di imbattersi nel suo cammino e nella sua anima bella. Capelli biondi lunghi e occhi da cerbiatta sapeva essere sempre se stessa ed entrare con facilità nella vita delle persone. Quella vita che sognava di vivere, che non vivrà mai più. Una vita diversa, che con l’aiuto di tutti potrà trascorrere circondata dall’amore di chi non si rassegnerà mai.

 

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Il Gazzettino