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TREVISO «Siamo i primi a essere in cerca di risposte e a non sapere cosa sia davvero successo. Aspettiamo lo svolgimento delle indagini, ma l’unica cosa che speriamo davvero è che si sia trattato di una tragica fatalità e non di un gesto violento». Ha le lacrime agli occhi mercoledì mattina Fluvia Lucia mentre raccoglie un grande mazzo di fiori posato davanti al cancello di casa della sua famiglia. Li stringe a sé, come se stringesse di nuovo il suo Alessandro. Suo figlio Alessandro Ricci, 32 anni, è stato trovato cadavere dentro un pozzo a Crevada di Susegana il pomeriggio precedente, dopo essere misteriosamente scomparso la notte fra sabato e domenica. Una morte ancora piena di interrogativi, su cui sta indagando la Squadra mobile della questura di Treviso. Il ragazzo sarebbe finito in quel sifone dopo essere caduto nel canale Crevada, all’altezza dello stabilimento Astoria, al termine di una nottata dai contorni sfocati, sia dai dubbi che dall’alcol. Ma se gli agenti stanno lavorando con la Procura per chiarire la tragedia, i primi a cercare risposte sono proprio i familiari della vittima.
LO STRAZIO
Fulvia e il marito Gabriele Ricci vivono da trent’anni a Santa Maria del Rovere, dove hanno accolto i due figli adottivi Alessandro e Sita. Martedì, mentre il loro ragazzo veniva trovato senza vita, hanno trascorso l’intera giornata con il fiato sospeso al commissariato di Conegliano.
IL RICORDO
Nell’abitazione di via Da Ponte ieri si sono succeduti amici di Alessandro e della famiglia a portare mestamente le loro condoglianze. Qualcuno ha trovato la forza di suonare, altri non se la sono sentita e si sono limitati a lasciare un fiore all’ingresso. Altri ancora sono rimasti a lungo in strada con gli occhi bassi per capire se fosse il momento giusto per introdursi nell’intimo dolore di un’intera famiglia. «Siamo cresciuti insieme, fin da quando eravamo molto piccoli –racconta uno degli storici amici di Alessandro–. Lui ha sempre vissuto qui, io all’epoca abitavo con i miei genitori a pochi metri di distanza. Siamo andati all’asilo insieme, poi alle elementari e alle medie. Eravamo davvero molto legati, i tipici migliori amici che si dividono i pomeriggi a casa dell’uno e dell’altro per fare i compiti». L’adolescenza e l’età adulta li avevano poi portati su strade diverse, ma senza che i contatti si perdessero mai del tutto. «Alle superiori avevamo scelto scuole diverse e nel frattempo io ho cambiato casa –continua l’amico–. Nel mondo del lavoro poi ci siamo dedicati a ambiti differenti e mano a mano ci siamo progressivamente persi di vista. Lui un tempo amava moltissimo la musica e aveva provato a cimentarsi come deejay, io avevo in gestione dei locali in città e per questo avevamo avuto altre occasioni per sentirci. L’ultima è stata due mesi fa. Aveva tanti amici, infatti non so chi fossero i ragazzi con cui si era incontrato quel giorno e non conosco quello che lo avrebbe visto per ultimo, penso fossero amicizie maturate negli ultimi anni. So solo che stamattina quando mia moglie mi ha dato la notizia sono rimasto completamente sconvolto». Quando la mamma di Alessandro lo ha visto, lo ha riconosciuto all’istante: «Era un ragazzo buono, tu lo sai» si è sfogata la donna cercando di soffocare lacrime incontenibili.
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Il Gazzettino