VENEZIA - Elezioni regionali 2015, sfida tra Alessandra Moretti e Luca Zaia? Se sulla ricandidatura del governatore non ci sono dubbi (la Lega lo ripresenterà, gli alleati del...
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Certo, agli scettici (o contrari) sarà facile obiettare. Diranno che il Partito democratico deve ancora iniziare ad affrontare il tema. Che manca il programma. Che il confronto sul territorio è lungi dall’essere concluso (a malapena iniziato). Che bisogna fare le primarie e che di queste primarie non si sa niente, né la data né il regolamento, né se saranno del solo Pd o di una coalizione (quale coalizione, poi, altro tema aperto). Eppure, la scelta sarebbe stata fatta: candidata governatrice Alessandra Moretti, le cui biografie, oltre all’età (41 anni) e alla professione (avvocato) non risparmiano mai i precedenti carolliani (prima di diventare vicesindaco di Achille Variati a Vicenza era stata candidata in Provincia in una lista di giovani a sostegno dell’ex coordinatore di Forza Italia Giorgio Carollo), né i cambi d’area in casa democratica (prima di entrare nel 2013 al Parlamento italiano era la portavoce della campagna per le primarie di Pier Luigi Bersani. Erano i tempi in cui diceva: "Bersani tutta la vita", mentre il giudizio su Renzi non era propriamente di profonda stima: "Egocentrico e anche maschilista".
Definirla adesso renziana non si può perché raccontano che Renzi non l’abbia voluta tra i renziani, ma, appunto, sono maschiliste malignità). Comunque, nel 2014 Renzi la sceglie come capolista a Nordest alle Europee e Alessandra Moretti fa razzia di voti: 230mila preferenze. Adesso lei continua a dire di non essere assolutamente in campo per la Regione Veneto, ripete che vuole dedicarsi all’Europa e che la decisione spetta al partito, ma, intanto, tra una paparazzata in Sardegna e la costante attenzione dei rotocalchi, ha intensificato la presenza in Veneto. Soprattutto a colpi di Twitter.
Non risulta che Renzi abbia deciso alcunché, ma negli ambienti democratici danno per scontata la prossima investitura dell’avvocatessa vicentina. Che passerà per le primarie e dovrebbe essere un mezzo plebiscito. L’aspetto curioso è che, finora, nel Pd veneto (come anche a Venezia) non ci sono state proposte di candidatura da parte del partito, ma autocandidature. "Io ci sono", ha detto il senatore Giorgio Santini. Prima di lui ha detto di esserci la parlamentare Simonetta Rubinato che si è messa in moto con il suo BarCamp. Forse pensava di esserci anche Roger De Menech, ma non è detto che al neo segretario del Pd veneto, renzianissimo, possa bastare la passata esperienza di sindaco di un piccolo comune di montagna. Davano per "tentato" anche Pier Paolo Baretta, ma il sottosegretario guarda con attenzione forse più Ca’ Farsetti a Venezia che Palazzo Balbi (da registrare, in ogni caso, questa disponibilità di ex sindacalisti della Cisl - Baretta e Santini - per la prossima tornata elettorale). Tant’è, non resta che attendere le primarie. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino