Alessandra, 29 anni, cambia sesso: «Seguitemi sul web, vi dirò tutto»

Alessandra Lorenzi, cambio sesso
VITTORIO VENETO - Basta nascondersi. È con questo imperativo diventato da 16 mesi la stella polare della sua esistenza che Alessandro Lorenzi, all'anagrafe Alessandra,...

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VITTORIO VENETO - Basta nascondersi. È con questo imperativo diventato da 16 mesi la stella polare della sua esistenza che Alessandro Lorenzi, all'anagrafe Alessandra, ha deciso di aprire un canale Youtube per raccontare passo dopo passo il suo percorso di cambiamento di sesso da donna a uomo. O meglio, come spiega lui stesso, la sua rinascita.  Ventinovenne di Vittorio Veneto, laureato in relazioni pubbliche con il papiro al femminile, consulente di comunicazione sociale, Alessandro Lorenzi ha deciso di condividere la propria esperienza in maniera tanto pubblica quanto è intima la sua vicenda, che racconta di una bambina che a sei anni si addormentava sperando di risvegliarsi nel corpo di un maschietto, passata attraverso le trasformazioni del corpo durante la pubertà come se si trattasse delle forche caudine, un doloroso promemoria che misurava l'enorme distanza tra il suo sentirsi uomo e quel corpo inequivocabilmente da donna. Sono stati anni difficili, in cui persino la vocale alla fine del nome suonava sbagliata.

LA SCOPERTAPoi l'attrazione per le ragazze, una omosessualità sbocciata quando ancora non aveva fatto i conti, oggi brillantemente risolti, con l'equazione a più incognite della disforia di genere. Adesso Alessandro è una persona felice, soddisfatta di aver preso sedici mesi fa la decisione di affrontare il lungo e complicato percorso per il cambiamento della sua identità sessuale, iniziato con le visite dallo psicologo e che si concluderà con gli interventi chirurgici passando per le terapie ormonali. «È l'approdo di un vita in cui non mi sono mai sentito veramente una donna - spiega - Ma non rimpiango i miei anni da ragazza, sono una parte fondamentale di me. Decidere di fare questo passo - racconta Alessandro - è stato naturale, persino ovvio, tutto reso più semplice dal supporto ricevuto dagli amici e soprattutto dalla mia famiglia. Non capita a tutti di avere i genitori a sostenerti, per questo ho deciso di aprire un canale su Youtube». Non c'è solo la sua storia da raccontare: «Voglio soprattutto entrare in contatto e se possibile aiutare chi si trova ad affrontare la mia situazione in profonda solitudine. Ci sono ancora tante convenzioni sociali che rendono la disforia di genere qualche cosa di esotico da guardare con sospetto. Ma a chi non si sente di appartenere all'identità sessuale del proprio corpo vorrei dire che non c'è nulla di sbagliato, non è un problema, ma una condizione che fa parte della natura umana. Per la quale c'è una soluzione. Basta essere consapevoli che il bisturi è solo l'ultima fase, prima serve un percorso di maturazione personale». È quello il momento più difficile della rinascita.

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Il Gazzettino