Alessandra Cappellotto, la campionessa che ha salvato un gruppo di cicliste afgane: «Loro qui grazie all'accoglienza dei veneti»

Alessandra Cappellotto
VENEZIA - In occasione della Festa della donna il racconto a Palazzo Balbi dell'ex-ciclista vicentina Alessandra Cappellotto che con la sua l’associazione...

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VENEZIA - In occasione della Festa della donna il racconto a Palazzo Balbi dell'ex-ciclista vicentina Alessandra Cappellotto che con la sua l’associazione “Road to Equality” è riuscita a portare in Veneto un gruppo di cicliste afgane salvandole dalle persecuzioni nei confronti delle donne in atto nel loro paese. «Voglio omaggiare Alessandra Cappellotto, grande campionessa di ciclismo, per una iniziativa che, con la sua associazione Road to Equality, è una storia di speranza e determinazione che ci sembrava giusto mettere in luce in occasione dell’8 marzo» ha introdotto oggi, 7 marzo,  il presidente della Regione Luca Zaia a Palazzo Balbi.

La campionessa di ciclismo, dal ricco palmares, vicentina di Sarcedo, è infatti la fondatrice dell’associazione sportiva dilettantistica “Road to Equality” che, attraverso lo sport, e in particolare il ciclismo, promuove l’emancipazione della figura femminile nei Paesi in via di sviluppo e in quelli in cui le donne non godono di diritti basilari. 

Il racconto della campionessa

«Esattamente due anni fa, in questi giorni – ha raccontato Cappellotto –, abbiamo organizzato una gara di ciclismo a Kabul portando 56 ragazze a pedalare per le strade afgane. È stata l’ultima possibilità di praticare sport che hanno avuto perché pochi giorni dopo, a marzo 2021, si sono reinsediati i talebani. All’epoca erano 220 le atlete iscritte alla federazione di ciclismo afghano nel 2021, diverse migliaia le ragazze e le donne che usavano la bici per muoversi in città. Reinsediati, i talebani nel marzo 2021 e ripristinano la proibizione del ciclismo femminile».

Così Alessandra Cappellotto con la sua associazione nel settembre 2021 ha deciso di portare un gruppo di atlete afgane e alcuni loro familiari, in tutto 14 persone, in un paesino della provincia di Vicenza, dove sono state accolte come migranti nella scuola e nelle comunità dopo mesi di battaglie diplomatiche e burocratiche. Ha trovato un punto di appoggio e solidarietà della comunità locale dove le ragazze hanno cominciato a lavorare, studiare e integrarsi. «Grazie all’accoglienza dei veneti e allo status di rifugiate – ha detto Cappellotto – sono riuscite a inserirsi, due si stanno preparando per le Olimpiadi di Parigi, lavorano, studiano e vivono una vita serena. Questo è l’obiettivo della nostra associazione: aiutare ragazze come loro in tutto il mondo».

«Ringrazio Alessandra perché questo è il nostro modo di celebrare l’8 marzo – ha concluso il Presidente Zaia – con una storia di speranza e determinazione, perché solo i pessimisti non fanno fortuna».

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Il Gazzettino