PADOVA - «Quando avevo 4 anni e mezzo, mio papà mi teneva in braccio di notte e mi raccontava storie fantastiche. Era molto austero, ma una volta mi...
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La donna ha risposto all'invito dell'ateneo, per celebrare «50 anni dalla morte del Che». Una sala gremita di studenti e nostalgici del '68, quella del teatro Ruzante di riviera Tito Livio. Aleida Guevara ha letto e commentato in spagnolo alcuni brani del padre ed ha esortato i ragazzi alla solidarietà. «Dopo l'università - ha detto - si pensa di sapere tutto, ma solo chi si rende utile al popolo diventa un vero professionista: ingegneri e architetti devono essere capaci di ascoltare per risolvere i problemi della comunità, mentre per i medici l'umanità viene prima della tecnologia». Commosso il ricordo del Che: «Da guerrigliero ha sempre continuato a studiare - ha raccontato - perché pensava che la conoscenza umana è infinita e bisogna apprendere qualcosa ogni giorno».
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