È morto Aldo Lado, il regista maestro dell'horror che diresse il film cult «Sepolta viva»

Il regista avrebbe compiuto 89 anni il prossimo 5 dicembre

Si è spento nella sua casa di Roma Aldo Lado, celebre regista di film cult che negli anni '70 lo resero protagonista del filone horror. Tra le pellicole più note...

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Si è spento nella sua casa di Roma Aldo Lado, celebre regista di film cult che negli anni '70 lo resero protagonista del filone horror. Tra le pellicole più note e di maggior successo spicca «Sepolta viva» (1973), film che vide il debutto dell'attrice Agostina Belli.

A confermare la notizia della sua morte sono stati alcuni amici di famiglia, i quali hanno dichiarato che il decesso è avvvenuto nelle prime ore del mattino di sabato 25 novembre, dopo vari mesi di malattia. Il prossimo 5 dicembre Aldo Lado - conosciuto anche con lo pseudonimo di George B. Lewis - avrebbe compiuto 89 anni. Dopo aver vissuto per un periodo sul Lago Maggiore, nel 2021 si era trasferito a Trevignano Romano, sul lago di Bracciano.

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Chi era Aldo Lado: i film e le collaborazioni

Nato a Fiume nel 1934 e cresciuto a Venezia,  Aldo Lado è entrato nel mondo del cinema dopo una serie di esperienze come aiuto regia di Maurizio Lucidi e Bernardo Bertolucci. La carriera registica di Lado iniziò con il thriller «La corta notte delle bambole di vetro». Nella sua vita ha scritto e realizzato circa 20 pellicole per il grande schermo e altrettanti per la televisione. Numerose le collaborazioni di altissimo livello, tra le quali quella con Ennio Morricone, il quale  ha composto le colonne sonore di molti suoi lavori. Tra i suoi film  cult troviamo: «Chi l'ha vista morire?», «L'ultimo treno della notte», o, ancora, «L'umanoide».

Da una decina di anni Aldo Lado si era inoltre dedicato alla narrativa, pubblicando romanzi e racconti tra i quali il recente thriller «Il Mastino» (2018), vincitore del premio della Critica al premio letterario internazionale di Cattolica 2019 e del primo premio per romanzo edito al Premio Internazionale Giovanni Bertacchi di Sondrio nel 2020. 

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Il Gazzettino