Alcol, allarme bevitori a Nordest. Per le donne è record nazionale

Alcol, allarme bevitori a Nordest. Per le donne è record nazionale
In un'Italia in cui 8,6 milioni di persone sono considerati consumatori di alcolici a rischio, il Nordest evidenzia le maggiori criticità, in termini sia di bevande...

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In un'Italia in cui 8,6 milioni di persone sono considerati consumatori di alcolici a rischio, il Nordest evidenzia le maggiori criticità, in termini sia di bevande prescelte, sia di comportamenti dannosi per la salute. Ad affermarlo è la Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2018 in materia di alcol e problemi correlati, recentemente trasmessa a Camera e Senato dal ministro Giulia Grillo. Qui la percentuale di bevitori è pari al 79,1% tra gli uomini e al 61,1% tra le donne, «e per queste ultime sottolineano gli analisti del ministero della Salute il valore risulta essere in assoluto il più elevato di tutte le altre ripartizioni considerate».

 
ITALIA NORD-ORIENTALEA finire sotto la lente è il quadrante dell'Italia nord-orientale, che comprende Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. A queste latitudini «le prevalenze delle consumatrici di vino, birra, aperitivi alcolici e super alcolici risultano essere le più elevate» del Paese, mentre fra gli uomini «è comunque superiore alla media nazionale» la tendenza relativa a vino e aperitivi. L'analisi dei diversi comportamenti a rischio in questa area geografica mostra inoltre che, per entrambi i generi, la prevalenza dei consumatori fuori pasto è la più alta della Penisola e sono al di sopra del dato italiano le quote «dei consumatori binge drinking e a rischio» secondo i criteri dell'Istituto superiore di sanità. 
I PERICOLIPer abbuffata di alcol si intende l'ingestione di oltre sei bicchieri in una sola occasione. Quanto ai pericoli per la salute, gli esperti ministeriali consigliano agli adulti di limitare il consumo a una unità alcolica al giorno per le donne e a due per gli uomini, mentre ai giovani sotto i 18 anni raccomandano di evitarlo del tutto: «È importante precisare che per i ragazzi minorenni, qualsiasi tipo di consumo, anche occasionale, è da considerare a rischio poiché la legge, per questa fascia di popolazione, vieta la vendita e la somministrazione di qualsiasi tipo e quantitativo di bevanda alcolica». Ma i dati nazionali dicono tutt'altro: nella fascia di età 11-17 anni, in cui il valore dovrebbe tendere a zero, in realtà il 18,4% ha avuto almeno un comportamento a rischio; non solo, tra i 16-17enni, al 6,9% è capitato quanto meno una volta di bere fino a ubriacarsi.
LE TIPOLOGIEAl di là delle fasce anagrafiche, il problema è evidente anche nelle singole regioni. Per esempio fra le donne la media nazionale relativa alle consumatrici di vino (40,3% del totale) viene superata dappertutto a Nordest (47% in Veneto, 46,7% in Friuli Venezia Giulia, 45,6% in Trentino, 50,4% in Alto Adige, 50,5% in Emilia Romagna), così come accade per quella riguardante i superalcolici (15,4%), che va dal 17,8% delle emiliano-romagnole al 27,9% delle altoatesine, passando per il 19,5% delle venete, il 19,3% delle friulgiuliane e il 20,5% delle trentine. Bolzano spicca per la percentuale massima in Italia di bevitrici di amari (29%, contro il 16,9% della media nazionale) e aperitivi (47%, a fronte del 26%).

LE SITUAZIONIIl primato negativo dell'Alto Adige emerge anche a proposito delle modalità di assunzione degli alcolici: la quota di donne che bevono fuori dai pasti è più che doppia rispetto alla propensione media, 40,8% contro 19,4%. Sopra la soglia nazionale si posizionano pure le altre regioni per buona parte dei vari indicatori. Per esempio i consumatori di bevande alcoliche fuori pasto in Italia sono il 39,7% degli uomini e il 19,4% delle donne, ma salgono rispettivamente al 48,8% e al 27% in Veneto, al 60% e al 32,2% in Friuli Venezia Giulia, al 29,9% e al 23,4% a Trento. Una situazione simile si riscontra anche per i bevitori a rischio, in particolare di sesso maschile: la media nazionale è del 23,6%, che arriva al 24,6% in Emilia Romagna, al 27,4% in Veneto, al 30% in Alto Adige, al 30,8% in Friuli Venezia Giulia e al 34,3% in Trentino.
Angela Pederiva Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino