I coniugi Solinas uniti nell'addio. Lei muore dopo una lunga malattia, lui la segue dopo 24: infarto. Al funerale le due bare l'una accanto all'altra

Don Cesare Contarini: «Capita che coppie così affiatate non sopportino il dispiacere di vivere l'uno senza l'altro»

I due feretri durante il funerale
ALBIGNASEGO (PADOVA) - Un carro funebre bordeaux per Graziella, uno blu per Salvatore, vicini. Così sono arrivati alla chiesa di San Lorenzo ieri mattina, avvolti...

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ALBIGNASEGO (PADOVA) - Un carro funebre bordeaux per Graziella, uno blu per Salvatore, vicini. Così sono arrivati alla chiesa di San Lorenzo ieri mattina, avvolti rispettivamente da rose rosa lei e rose rosse lui. Ancora vicini. E proprio quel saperli per sempre vicini è la magra consolazione che rassicura i figli di Graziella Trento e Salvatore Solinas nel giorno dell'addio agli amati genitori. Una vita sempre in due, quella dei coniugi Solinas, che anche nell'epilogo li ha visti insieme, morendo ad un giorno l'una dall'altro. Se Graziella ha sofferto le pene della malattia fino a lunedì mattina, quando se ne è andata ad 82 anni, Salvatore l'ha seguita giusto 24 ore dopo a causa di un infarto, a 91 anni.

«Un intero cammino mano nella mano, come poteva capitare di vederli passeggiare per il paese fino a qualche anno fa» li ha ricordati don Cesare Contarini durante la sua omelia nella chiesa di San Lorenzo in Roncon di Albignasego, popolata dai famigliari della coppia. «I se ga ciamà», si sono chiamati, il commento delle anziane vicine di casa, quasi fosse consueto vederli uscire di scena insieme, anche in questo contesto. «E infatti non è incredibile che accada, anzi è fin troppo credibile, addirittura frequente spiega lo stesso don Cesare. Capita più volte di quante pensiamo che coppie davvero affiatate, come sono stati loro per 61 anni insieme, non sopportino il dispiacere di vivere l'uno senza l'altro. Se l'amore può superare ogni ostacolo, questa volta ha superato la stessa morte e davvero ha mantenuto la promessa espressa nella formula del matrimonio: nella salute e nella malattia. L'amore di Graziella e Salvatore è stato autentico ed eterno, sempre insieme, dalla casa al paradiso. Tant'è che gli stessi concittadini hanno confermato "Che bello: insieme, nella propria casa", quasi fosse il migliore e più sereno di tutti i possibili finali di una storia romantica. Anche se per chi resta, per la famiglia, la scossa è doppia, come lo è la sofferenza».

LA CONDIVISIONE

Nella cerimonia, alla quale ha preso parte anche il circolo Noi di Legnaro, al quale è legato il figlio Luca, si sono ricordati i tanti momenti di condivisione in famiglia, dalla cucina alla montagna. Salvatore Solinas era nato in Sardegna, ma viveva da tempo in Veneto dove aveva lavorato come agente di custodia nell'ex penitenziario di piazza Castello a Padova e da diversi anni abitava in via Giuseppe Tartini con la moglie Graziella, originaria di Trento, che, invece, era stata infermiera fino alla pensione. Nel primo banco, di fronte alle due bare vicine, i tre figli: Giampaolo, Stefano e Luca.

«Vederli insieme così uniti rappresenta l'ennesima dimostrazione di quanto sia stata importante e sincera l'educazione familiare trasmessa ai figli da questi genitori: non è una condizione scontata ha precisato don Contarini indicando i fratelli. - I tre figli sono il simbolo concreto di questa unione eterna». A salutare i coniugi Solinas, anche i nipoti Nicolò, Mattia, Daniele, Andrea e Silvia e le nuore Marina, Alessandra e Michela. Con loro anche i fratelli di Graziella: Ada e Pierantonio, nonché Amelie, che a lungo si è presa cura dei due anziani al punto da diventare parte significativa della famiglia. I due carri funebri, partiti dall'ospedale civile di Piove di Sacco e affiancati l'uno all'altro nel sagrato della chiesa di San Lorenzo in Roncon, sono nuovamente partiti insieme alla volta del cimitero di Albignasego dove, ancora una volta appaiati, hanno accompagnato Graziella e Salvatore nella vicina sepoltura.

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Il Gazzettino