Non risponde da ore, trovata morta in camera a 23 anni

Roxana Chelea
PADOVA «La vita è un labirinto, ma ogni labirinto ha la sua via d’uscita». Si presentava così, nel suo profilo Facebook, Roxana Chelea. Questa...

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PADOVA «La vita è un labirinto, ma ogni labirinto ha la sua via d’uscita». Si presentava così, nel suo profilo Facebook, Roxana Chelea. Questa splendida ragazza di 23 anni, di origine rumena ma in Italia fin da bambina, non ha fatto in tempo a superare le difficoltà esistenziali che la tormentavano da mesi. Roxana è stata trovata morta nella stanza che un’associazione di Albignasego le aveva messo a disposizione e la tragedia è accompagnata dal sospetto dell’overdose.


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La notizia suscita clamore ma apre anche inquietanti interrogativi, perché nel giro di quattro giorni sono stati ben tre i decessi nel Padovano su cui incombe l’ombra della droga. 
 
Il primo episodio risale a venerdì notte, quando un trentaquattrenne di origine nigeriana, Ahmed Yusuf, è stato stroncato da un arresto cardiocircolatorio nel suo letto all’hotel Arcella. Nella stanza i carabinieri hanno trovato residui con bustine di eroina e cocaina. Lunedì mattina, invece, la tragedia si è consumata in un appartamento di via Palestro, sempre a Padova: un cinquantaseienne imprenditore di Veggiano, Cristiano D’Alessio, ha accusato un malore fatale. Nell’abitazione gli investigatori della polizia hanno trovato alcune siringhe e dello stupefacente, probabilmente cocaina. La compagna è stata torchiata in questura, visto che era in casa sconvolta ma non aveva immediatamente dato l’allarme. La morte della giovane Roxana invece risale a sabato sera. 
L’ULTIMO CASO
Roxana era ospitata dai primi di settembre dall’associazione “Albero” di Albignasego, che si occupa di dare assistenza a persone in difficoltà. I genitori vivono a Padova al quartiere Salboro, lei invece provava a ritrovare se stessa in un luogo protetto e appartato. Aveva a disposizione un alloggio e proprio qui dentro, sabato sera, è stata trovata senza vita. A dare l’allarme poco dopo le 21.30 è stato un referente dell’associazione: inutili i soccorsi del 118. 
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri che hanno setacciato la stanza. Sul pavimento c’era una siringa, sul comodino invece una bustina di cellofan contenente il residuo di una sostanza biancastra. Potrebbe trattarsi di cocaina oppure di eroina. Per stabilirlo sarà necessario attendere l’esito dell’esame tossicologico e delle analisi chimiche. 
Il corpo di Roxana è a disposizione del magistrato e nei prossimi giorni il medico legale effettuerà l’autopsia, decisiva per fare luce sulle cause del decesso. 
Chi la conosce la ricorda come una ragazza molto sorridente e innamorata dell’arte (nel 2012 aveva partecipato ad un’iniziativa artistiche al Portello esponendo dei cerchioni pitturati). In passato era stata seguita dalle assistenti sociali per alcune sue difficoltà esistenziali, ma per le forze dell’ordine non era una tossicodipendente dichiarata. 
L’ESPERTO
«Sì, tre casi in così poco tempo rappresentano effettivamente una situazione eccezionale». Di fronte alle ultime tre tragedie è sorpreso anche un grande esperto come il dottor Antonio Stivanello, vice direttore del Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 6 di Padova. «Sul fatto che ci sia un aumento dell’uso della cocaina non ci sono dubbi - commenta - ma tre casi del genere fanno riflettere». Potrebbe trattarsi di un’unica partita di droga tagliata male? «Sicuramente la cocaina poco tagliata risulta ancor più letale - spiega il dottore - ma naturalmente è presto per tirare una conclusione del genere. Bisogna attendere gli esami per capire se effettivamente queste morti sono frutto di overdose, e poi bisogna eventualmente capire nello specifico di che sostanze si tratti». 
Ma, tornando alla cocaina, per quale motivo è aumentato il suo utilizzo negli ultimi anni? «Anzitutto bisogna dire che si è abbassato il prezzo e, al tempo stesso, è aumentata la disponibilità della sostanza. Va poi detto che purtroppo la cocaina è ritenuta da molti assuntori l’ideale per ciò che viene richiesto dalla nostra società. È infatti una droga che permette di essere sempre svegli, produttivi, sul pezzo. Più di qualcuno la assume e poi, per calmarsi, si inietta anche l’eroina». 

Le autopsie permetteranno di capire quanti elementi hanno in comune queste tre tragedie, capitate nel giro di pochi giorni in un raggio di pochi chilometri. 
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino