La lettera del parroco appesa in chiesa: «Fratello ladro, non rubare le monetine»

La chiesa di San Lorenzo ad Albignasego
ALBIGNASEGO - “Fratello ladro”. Inizia con queste parole la lettera che don Cesare Contarini, il parroco di San Lorenzo in Roncon, ha affisso alla bacheca della sua...

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ALBIGNASEGO - “Fratello ladro”. Inizia con queste parole la lettera che don Cesare Contarini, il parroco di San Lorenzo in Roncon, ha affisso alla bacheca della sua chiesa. “A te che spesso visiti le cassette delle candeline senza ricavarne molta soddisfazione, sappi che a cambiare i lucchetti che tu forzi noi spendiamo più di quanto tu riesci a rubare”, scrive il don, stanco di contare, a solo un anno dall’assegnazione della cura pastorale della frazione di Albignasego, già sei furtarelli nella stessa cassettina delle elemosine ed altrettanto seccato dal doverla far riparare ad ogni episodio. “Un consiglio, – continua la lettera - vieni in parrocchia il sabato mattina e riceverai un pacco alimentare che vale più di quanto si possa pescare nelle nostre cassette. Per noi resti un fratello: se ti serve un aiuto, lo diamo volentieri”.


«Forse è poca cosa in termini economici, tanto più che sono cassettine che realizzano cifre modeste, di alcune monetine, e che vengono spesso svuotate, vista l’appetibilità riscontrata – spiega don Cesare, che continua sorridendo – non stiamo parlando di quelle processioni in cui si attaccano pubblicamente le banconote alle statue dei santi. Ma è certamente disturbante riscontrare il ripetersi di questo gesto, vandalico ed irrispettoso, e nel nostro caso piuttosto inutile, visto che siamo una comunità molto generosa».


L’INIZIATIVA
Il riferimento del parroco è alla consegna di pacchi alimentari condotta in collaborazione con la Caritas, «ma anche ad alcuni casi di famiglie del paese in particolare difficoltà economica o burocratica, che non hanno potuto sostenere la spesa delle loro bollette, che sono state aiutate dalla nostra parrocchia in collaborazione con il Comune di Albignasego. Fino ad un certo punto ce ne occupiamo noi, da un certo limite in poi se ne occupano gli assistenti sociali e l’Assessorato al Sociale, con il quale non abbiamo mai interrotto la collaborazione anche nel cambio di mandato tra le due assessore che si sono avvicendate». Che si tratti di qualcuno che ha veramente bisogno o di persone seriamente disturbate o malate di cleptomania, l’ironia che contraddistingue don Contarini si dissolve nell’epilogo della sua lettera firmata dalla parrocchia di San Lorenzo: “Ah, non dimenticare che le tutte le immagini delle tue imprese sono già in mano ai carabinieri”.


PORTE APERTE


«La nostra chiesa ha le porte aperte, in senso metaforico e non – racconta – e abbiamo ritenuto giusto mantenere questa volontà, pur facendo osservare la struttura da un sistema di videosorveglianza. Questo ci dà modo di risalire al giorno e all’ora precisa in cui si è tenuto il furto, nonché la possibilità di registrare e fotografare il responsabile. Ci sono stati casi rilevati in flagrante, con persone notate dalle telecamere che hanno fatto intervenire subito i carabinieri, come una signora colta sul fatto un mese fa, ad esempio. Non ne facciamo un dramma, è più che altro una seccatura dovervi porre rimedio così spesso. Ed è certamente un grande dispiacere che le nostre chiese subiscano questo tipo di visita. Ci piace pensare, con questa lettera, di potervi porre rimedio». Sicuramente a questo qualcuno don Cesare ha pensato di riservare anche qualcos’altro. Il perdono.
 

 

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Il Gazzettino