Alberto Bastianello e la sua tenuta dove si coltiva e si trasforma il riso

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VENEZIA - Alberto Bastianello è un imprenditore agricolo. «Il fatto di stare chiuso dentro in un ufficio per me era un qualcosa di impensabile – racconta - ho voluto e mi sono dedicato alla “parte verde” dell'attività di famiglia. Ho iniziato con una azienda agricola a San Michele, che è tutt'ora nostra e dove produciamo mele. Ma è con mio padre, Mario Bastianello che è arrivata una grandiosa opportunità nel 1995. Era tanto che mi diceva che “si doveva comprare terra"». La Fagiana è l'unica realtà nella provincia di Venezia in cui si conserva la coltivazione e trasformazione del riso, attività che richiede grandi sacrifici e se viene fatta con passione i risultati sanno garantire grande soddisfazione. E' un habitat di una biodiversità unica, sorge tra Torre di Fine e Brian, a Eraclea. Immersa nella campagna conta 460 ettari, di cui 150 ettari coltivati a riso varietà Carnaroli e 10 a Vialone nano. Si trova a 1 km dalla costa dell'Alto Adriatico, a 7 km dalla foce del fiume Piave e a soli 13 km dalla laguna di Venezia. Alberto Bastianello è subentrato al padre ma è grazie alla realizzazione di questo loro sogno imprenditoriale che insieme sono riusciti a portare la parte risicola a livelli di eccellenza complice anche una radicale trasformazione all'azienda. Tutto ciò è stato possibile unendo tradizione e intuizioni lungimiranti, con importanti investimenti nella trasformazione e qualità di questo cereale. «La Fagiana nasce nel 1920 – precisa - per opera di un nostro lontano cugino, la famiglia Romiati che insieme ai Pasti e altre grandi famiglie di agricoltori dell'epoca hanno operato su tutto il litorale bonificando l'area. E' stata una delle prime terre bonificate e anche una delle prime terre vendute. Passò successivamente in mano ad un'altra famiglia e nel 1995 siamo riusciti a riacquistarla. La Fagiana aveva per noi due particolari caratteristiche proveniva da un ramo della nostra famiglia e mio padre ed io credevamo moltissimo nella cultura del riso. Questo ha comportato una serie di lavori, sacrifici, implementazioni, migliorie agrarie e terreno, macchinari. Ora con orgoglio posso dire che siamo conosciuti su tutto il Triveneto. Ho iniziato porta a porta. Andavo a bussare a tutti i ristoranti e albergatori della zona e del litorale per farmi conoscere. E' stato un lavoro molto lungo ma adesso stiamo raccogliendo buoni risultati». Le nuove sfide imprenditoriali sono l'irrigazione a goccia del riso e il risparmio idrico.

La semina

«Da alcuni anni – aggiunge - seminiamo il riso su terreno asciutto e usiamo l'irrigazione goccia a goccia anziché l'allagamento del campo. È un metodo che abbiamo introdotto e che vogliamo testare per essere pronti qualora, in futuro, ci fosse carenza di approvvigionamento di acqua. Per ora non abbiamo problemi, ma l'acqua è sempre più un bene prezioso». La tenuta vive un importate periodo di progetti, è diventata anche fattoria didattica e accoglie studenti che apprendono nozioni riguardanti la filiera del riso, i metodi di lavorazione e produzioni e la bonifica. Alberto Bastianello è un veneziano, abita in centro storico. «Per la mia città – conclude - ci sarebbe da parlare un'ora e anche più. Stiamo vivendo un trend negativo, che è una depauperazione di tutto quello che vediamo giornalmente, un calo di quelle che sono le attività classiche della nostra città, le nostre tradizioni, tra cui l'artigianato, tutte le attività che erano vita della città. Si cammina e non si vede altro che maschere e mascherine made in China e Taiwan. E questo naturalmente non fa bene a Venezia. Come non porta bene tutta questa massa di gente che viene incondizionatamente. E' giusto far vedere le nostre bellezze ma c'è sempre il contro della medaglia. Auspico in una rinascita, forse la vedrà mio figlio. Sono processi molto lenti».

 

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Il Gazzettino