TREVISO - Un commentatore insinua che, a forza di far tagliare alberi, gli amministratori guadagneranno non pochi euro. È solo il contenuto di uno dei tanti messaggi non...
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L’ACCUSA
Domenica pomeriggio sulla pagina Facebook del comitato Alberi Urlanti, sempre molto attento a quanto accade attorno al patrimonio verde cittadino, è apparso un post dove si chiedeva la spiegazione di questi due abbattimenti. E sotto accusa c’è finita l’amministrazione comunale. Uno dei primi a rispondere è stato proprio Conte sottolineando che si trattava di una proprietà privata dove il Comune non poteva niente. Ne sono seguiti commenti accesi, anche troppo. A un certo punto il sindaco ha fatto nuovamente capolino, piccato: «Chiedere è legittimo, offendere e accusare decisamente meno» e ha ricordato gli oltre 1600 alberi piantati dal Comune. La discussione si è surriscaldata al punto da convincere l’amministratore della pagina a bloccarla per evitare eccessi. Ma il sindaco non ha dimenticato.
PRECEDENTI
Nel giro di pochi giorni è il secondo caso di alberi abbattuti a scatenare l’ira dei residenti. Il primo a metà settimana in via Ramusio, dove sotto la sega elettrica c’è finito un abete di 12 metri. Le lamentele in questo caso si sono rivelate giustificate perché l’albero, sanissimo, è stato lesionato dai lavori per la costruzione di due villette. Uno scavatore ne ha tranciato le radici rendendolo instabile. L’albero è stato quindi abbattuto e la polizia locale ha elevato una sanzione. Anche in questo caso sotto accusa c’è finita, per prima, l’amministrazione comunale. Ma i commenti al vetriolo di domenica, le accuse, i dubbi lanciati sull’onestà degli amministratori, hanno lasciato il segno.
IL MONITO
«Non accetto che venga sempre messa in discussione la trasparenza, l’onestà e i valori delle persone - ribadisce Conte - chi offende e calunnia senza motivo va denunciato». La parola, adesso, passa ai legali. «Stiamo valutando le denunce, intanto ho salvato tutti i messaggi per farli esaminare. In certe occasioni credo sia giusto dare un segnale preciso: ognuno si deve assumere la responsabilità di ciò che scrive. Nel caso dell’ultimo abbattimento ci troviamo in un terreno privato e c’è la relazione di un agronomo che certifica la pericolosità delle piante in questione. Le caratteristiche di quegli alberi poi non rientrano tra quelle previste per finire automaticamente sotto tutela, compresa quella fondamentale legata al diametro del tronco che era inferiore ai 70 centimetri. Più di qualcuno offende senza sapere nulla. Le critiche, anche pesanti, le accetto. Le offese e le insinuazioni noi. Ormai è una piaga e penso che sia arrivato il momento di fare qualcosa: ho aderito alla campagna contro le ”parole ostili” che chiede responsabilità. È giusto educare anche i cittadini e tutelare il lavoro del Comune». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino