Alberi segati nella notte a Mussolente e S. Zenone sulla ex statale: banditi volevano bloccare la strada e agire indisturbati

Uno degli alberi tagliati a Mussolente
MUSSOLENTE - «Siamo nel far west». Il sindaco di Mussolente, Cristiano Montagner, non trova altre parole per illustrare la situazione. In effetti non...

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MUSSOLENTE - «Siamo nel far west». Il sindaco di Mussolente, Cristiano Montagner, non trova altre parole per illustrare la situazione. In effetti non dev'essere stata una ragazzata, seppur folle e criminale, o una bravata da ubriachi. Quei due alberi tagliati e caduti ad occupare la ex statale 248 a 1 chilometro e 200 metri di distanza l'uno dall'altro, molto probabilmente, erano l'inizio di un'idea criminale, per chiudere la strada e poter agire indisturbati, oltre a ritatrdare l'eventuale intervento delle forze dell'ordine e poter quindi fuggire con un certo margine di tempo.

Un maxi colpo

Per fare cosa? Una ipotesi, che ha poi trovato corpo, suggerisce che una banda volesse fare un colpo da mille e una notte. Derubare un'azienda, assaltare una grossa azienda orafa, o magari fare un carico di biciclette costose e poi tagliare la corda attraverso l'unica via di fuga tenuta aperta, la stradella che conduce verso nord a Liedolo e alla vecchia pedemontana (ma c'è anche un'altra strada bianca a sud). E avere il tempo di agire indisturbati, perché i due tronchi frondosi avrebbero dovuto bloccare la ex statale e non fare arrivare nessuno per un tempo congruo, tanto meno carabinieri e polizia. Sembrava un'ipotesi di fantasia, poi è stata confermata. Si tratta, questo è certo, di un caso grosso, su cui lavorano, a quanto si sa, le stazioni dei carabinieri di Romano d'Ezzelino e di Asolo, e quindi anche le compagnie di Bassano e Castelfranco.

Svegliato dalla motosega

Il sindaco Montagner spiega: «Erano circa le 2,35 o 2,40 della notte quando un residente, che poi me lo ha riferito, ha sentito il rumore che sembrava di una motosega in azione, anche senza capire da che parte veniva. Il fatto è che sono stati segati due alberi, uno a Mussolente, l'altro in territorio di San Zenone degli Ezzelini, a circa un chilometro, o 1,2 chilometri di distanza. Sembra che volessero chiudere un pezzo di strada, perché nessuno passasse a disturbare. Una pianta è piombata su una macchina, e parrebbe che questa sia stata una cosa non voluta e inattesa, che ha scombinato le previsioni dei malviventi. A quel punto il loro piano è andato all'aria, la pianta cadendo in via Vittoria però ha travolto una Mercedes e ha ferito la donna che era alla guida, per fortuna non le è andata peggio».

«Obiettivi non mancano...»

Sindaco, l'hanno chiamata subito ? «Io sono stato avvertito quando i vigili del fuoco erano già arrivati sul posto. Non vedo altre ipotesi se non quella di gente che intendeva bloccare la strada per poi fare un grande furto, o una rapina. In quel tratto di ex statale eventuali obiettivi non mancano. E loro magari pensavano così di avere il tempo di operare e poi di eclissarsi verso Liedolo».

Qui era il covo dell'Audi gialla...

Ciò che accade nelle notti del Bassanese e della Marca è quanto di più imponderabile. Ovviamente la realtà certa verrà dalle indagini degli inquirenti e dai riscontri che potranno ritrovare. Lo scenario ipotetico, ma terribilmente realistico, parla di una specie di tecnica militare calata sul territorio. E resta l'idea di un far west che avanza, in zone relativamente tranquille, mentre i residenti dormono comodi nei loro letti. Nel territorio che fu il covo dei banditi della "Audi gialla", che partiva dalla zona tra Romano e la Marca trevigiana, dove venne parcheggiata e dove fu anche ritrovata, dopo mille scorribande a Nordest, ridotta in cenere.

 

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Il Gazzettino