Tre infermiere dall’Ucraina alla rsa di Alano: «Così risolviamo i problemi»

Tre infermiere dall'Ucraina alla rsa di Alano
ALANO DI PIAVE - Tre nuove infermiere, qualificate e con esperienza sono arrivate alla Casa Sant’Antonio Abate. Arrivano dall’Ucraina, sono laureate e con esperienza....

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ALANO DI PIAVE - Tre nuove infermiere, qualificate e con esperienza sono arrivate alla Casa Sant’Antonio Abate. Arrivano dall’Ucraina, sono laureate e con esperienza. In servizio da febbraio. Figure professionali preziose per garantire agli anziani l’assistenza di cui hanno bisogno e per dare aiuto e respiro a colleghe e colleghi che, come tutti gli operatori del sociosanitario, sono sotto pressione dall’inizio della pandemia. Le tre nuove infermiere sono arrivate al centro di servizi per anziani di Alano di Piave a fine gennaio dall’Ucraina. 



LE FIGURE PROFESSIONALI
Si sono laureate in infermeria alle scuole mediche di Kiverci, nel nordovest dell’Ucraina, e Kolomyia, nel sudovest, e da tempo lavorano come infermiere. Hanno un’età media di 45 anni. Hanno già cominciato a lavorare in Casa Sant’Antonio Abate. Inoltre, frequenteranno un corso di italiano, offerto dalla struttura. Casa Sant’Antonio, centro servizi per anziani di Alano di Piave, cerca e trova una prima soluzione al grave problema della carenza di infermieri. La loro presenza accrescerà la qualità del servizio agli anziani e permetterà di dare respiro agli infermieri già in servizio, a cui Casa Sant’Antonio vuole rivolgere un grande ringraziamento per l’impegno e l’abnegazione di questi due anni così duri. Casa Sant’Antonio Abate le ha raggiunte, selezionate e assunte grazie alla collaborazione con Uneba Veneto, l’associazione di categoria del non profit sociosanitario di cui l’ente di Alano fa parte.

I PROBLEMI

L’arrivo delle infermiere ucraine è fondamentale perché Casa Sant’Antonio Abate da tempo soffre di carenza di infermieri. La pandemia ha aggravato un problema già esistente. Secondo uno studio del professor Mastrillo dell’Università di Bologna diffuso anche da Uneba Veneto, negli ultimi 20 anni le università hanno formato 100.000 infermieri in meno di quanti sarebbero serviti, restando del 25% sotto il fabbisogno. E ora più che mai se ne vedono le conseguenze. Le maggiori esigenze di assistenza agli anziani durante la pandemia, le quarantene e gli isolamenti del personale hanno reso duro il lavoro degli infermieri, come di tutto il personale delle strutture sociosanitarie. Le nuove assunzioni dovrebbero alleggerire il carico di lavoro degli infermieri in servizio: a loro, come a tutto il personale, Casa Sant’Antonio vuole rivolgere un grande ringraziamento per l’impegno e l’abnegazione di questi 2 anni così duri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino