«Aiuto, uno di noi è morto»: corsa contro il tempo per raggiungere gli escursionisti

I soccorritori (PhotoJournalist)
TREVISO - Un soccorso complicatissimo, durato circa 6 ore. Una ventina di uomini, tra Suem di Crespano -coordinato dal dottor Aurelio Tommasi - e i volontari del Soccorso alpino...

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TREVISO - Un soccorso complicatissimo, durato circa 6 ore. Una ventina di uomini, tra Suem di Crespano -coordinato dal dottor Aurelio Tommasi - e i volontari del Soccorso alpino di Pedemontana del Grappa e Prealpi Trevigiane, impegnati allo stremo. Con loro anche i carabinieri del capitano Salvatore Gibilisco, che comanda la Compagnia di Castelfranco.




Una task force alla quale la natura ha reso la vita difficile, quasi impossibile. E, intanto, c’erano quattro vite da salvare. Già, perché all’inizio dell’intervento non vi era assoluta certezza che David Cavarzan fosse morto. L’unico elemento che poteva far pensare a un tragico epilogo per il 35enne di Caselle di Altivole, era l’urlo disperato di uno dei sette, quello che per primo ha raggiunto l’area a ridosso dell’albergo-ristorante San Liberale. Urla sentite chiaramente da una donna che abita nella zona: «Aiuto! È morto, è morto!» La zona d’intervento era assolutamente impervia, difficoltosa anche per un esperto di montagna.



«Il dirupo dove i quattro erano finiti, presentava una vegetazione foltissima - racconta uno dei volontari - e non c’era altro modo per poterli tirare fuori che tagliare rami e arbusti». Un’operazione complessa, durata oltre un paio di ore: solo così l’elicottero decollato dal Ca’ Foncello di Treviso ha potuto calare il verricello e tirar fuori dai guai tre dei quattro escursionisti: per loro ferite, escoriazioni e il terrore di non potercela fare. L’ultimo volo dell’elisoccorso è delle 20.50, a operazione conclusa. Nel senso che ormai era già stato accertato che per il quarto elemento del gruppo non c’era nulla da fare.



Il corpo di David Cavarzan è stato rimosso dopo il nulla osta dell’autorità giudiziaria: alle 22.30 era ancora a monte, e per recuperarlo ci si è dovuti affidare alle sole braccia, e trasportarlo a San Liberale, dove era stato allestito il campo base in cui i tre giovani feriti erano stati medicati.



Poco dopo le 21, nel piazzale dell’albergo San Liberale, è arrivata la moglie di David Cavarzan, accompagnata dai parenti: un momento straziante. Sotto gli occhi del sindaco di Paderno del Grappa, Giovanni Bertoni. Una morte per certi versi assurda, per come era iniziata la giornata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino