Agricoltura in Polesine, granaio del Veneto: continua la morìa di imprese

Agricoltura in Polesine, granaio del Veneto: continua la morìa di imprese
ROVIGO - Calano ancora le aziende agricole polesane, scese sotto quota 5mila con un ulteriore decremento del 2,5% attestandosi a 4.971. Le industrie alimentari, invece, scendono...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROVIGO - Calano ancora le aziende agricole polesane, scese sotto quota 5mila con un ulteriore decremento del 2,5% attestandosi a 4.971. Le industrie alimentari, invece, scendono del 2,6%, con un'emorragia di 224 imprese. È questo il primo dato che emerge dalle Prime valutazioni sull'andamento del settore agroalimentare veneto nel 2018 pubblicato da Veneto Agricoltura, che fotografa un ulteriore arretramento del primario in Polesine, che pure si conferma il granaio del Veneto e la provincia con la maggiore vocazione agricola.


 

In generale, si spiega nell'illustrazione del rapporto, «al terzo trimestre 2018, le imprese venete attive si attestano a 63.422 unità (meno 0,7%), un dato in linea con l'andamento del settore nazionale, che registra anch'esso una lieve diminuzione (meno 0,4%)». Il dato più preoccupante è quello relativo elle dinamiche occupazionali: «Nei primi nove mesi del 2018 si evidenzia un deciso decremento degli occupati agricoli a livello regionale, scesi del 9,5% rispetto allo stesso periodo del 2017; si tratta di una perdita degli addetti in controtendenza rispetto alla media italiana (più 1,1%). In diminuzione sia gli occupati indipendenti (meno 12,5%) che dipendenti (meno 3,3%)».
IL GRANAIO VENETO
Per quanto riguarda le colture, Rovigo mantiene il primato per il frumento. Sia per quello tenero, con circa 23.400 ettari e un aumento rispetto all'annata agraria 2017 del 25,5%, seguita da Padova con 21.900 ettari e un incremento di ben il 50%, sia per il frumento duro, che vede in Polesine circa il 60% delle superfici coltivate a livello regionale, pari a circa 10.200 ettari, con un aumento del 13%. Arretra, invece, di circa il 19% la coltivazione del mais, che l'anno precedente era stata particolarmente funestato dai problemi di siccità, anche se resta la seconda coltura in polesine con 28.100 ettari, seconda per estensione solo a quella della provincia di Padova con 28.300 ettari. Il maggior numero di ettari in Polesine sono stati tuttavia dedicati alla coltivazione della soia, ben 32.100, con un aumento del 7,5%, anche se a livello regionale Venezia con 49mila ettari e Padova con 33mila hanno estensioni superiori.
LE ALTRE COLTURE

È stato un anno sfavorevole per quanto riguarda una coltura storica del polesine, la barbabietola da zucchero, alla quale sono stati dedicati 3.800 ettari, che insieme ai 2.650 di Venezia e ai 2.200 di Padova, rappresentano il 90% della produzione regionale. È invece tipicamente polesano l'aglio, coltivato in 510 ettari, pari all'85% del totale regionale, che ha avuto una buona stagione. Buona l'annata anche per la lattuga, coltivata in Polesine in 250 ettari, che ha avuto un aumento di prezzo del 23%. In grande espansione, poi, la superficie coltivata a colza con un più 62%, anche se resta ancora sotto i 400 ettari, ma anche il girasole, con una crescita del 36,6% che vede la superficie dedicata arrivare a 600 ettari. Con beneficio del panorama.
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino