ROVIGO - Calano ancora le aziende agricole polesane, scese sotto quota 5mila con un ulteriore decremento del 2,5% attestandosi a 4.971. Le industrie alimentari, invece, scendono...
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In generale, si spiega nell'illustrazione del rapporto, «al terzo trimestre 2018, le imprese venete attive si attestano a 63.422 unità (meno 0,7%), un dato in linea con l'andamento del settore nazionale, che registra anch'esso una lieve diminuzione (meno 0,4%)». Il dato più preoccupante è quello relativo elle dinamiche occupazionali: «Nei primi nove mesi del 2018 si evidenzia un deciso decremento degli occupati agricoli a livello regionale, scesi del 9,5% rispetto allo stesso periodo del 2017; si tratta di una perdita degli addetti in controtendenza rispetto alla media italiana (più 1,1%). In diminuzione sia gli occupati indipendenti (meno 12,5%) che dipendenti (meno 3,3%)».
IL GRANAIO VENETO
Per quanto riguarda le colture, Rovigo mantiene il primato per il frumento. Sia per quello tenero, con circa 23.400 ettari e un aumento rispetto all'annata agraria 2017 del 25,5%, seguita da Padova con 21.900 ettari e un incremento di ben il 50%, sia per il frumento duro, che vede in Polesine circa il 60% delle superfici coltivate a livello regionale, pari a circa 10.200 ettari, con un aumento del 13%. Arretra, invece, di circa il 19% la coltivazione del mais, che l'anno precedente era stata particolarmente funestato dai problemi di siccità, anche se resta la seconda coltura in polesine con 28.100 ettari, seconda per estensione solo a quella della provincia di Padova con 28.300 ettari. Il maggior numero di ettari in Polesine sono stati tuttavia dedicati alla coltivazione della soia, ben 32.100, con un aumento del 7,5%, anche se a livello regionale Venezia con 49mila ettari e Padova con 33mila hanno estensioni superiori.
LE ALTRE COLTURE
È stato un anno sfavorevole per quanto riguarda una coltura storica del polesine, la barbabietola da zucchero, alla quale sono stati dedicati 3.800 ettari, che insieme ai 2.650 di Venezia e ai 2.200 di Padova, rappresentano il 90% della produzione regionale. È invece tipicamente polesano l'aglio, coltivato in 510 ettari, pari all'85% del totale regionale, che ha avuto una buona stagione. Buona l'annata anche per la lattuga, coltivata in Polesine in 250 ettari, che ha avuto un aumento di prezzo del 23%. In grande espansione, poi, la superficie coltivata a colza con un più 62%, anche se resta ancora sotto i 400 ettari, ma anche il girasole, con una crescita del 36,6% che vede la superficie dedicata arrivare a 600 ettari. Con beneficio del panorama.
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino