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CHIOGGIA - Agricoltura in ginocchio nell'area di Chioggia a causa della siccità e della risalita del cuneo salino. Ma la prospettiva per i prossimi anni preoccupa ancor di più, dato che il fattore climatico non potrà che ripetersi e la realizzazione dell'unico strumento di difesa possibile, lo sbarramento sul corso del Brenta, è sempre più incerta, dato che il 31 luglio è anche scaduta la Valutazione di impatto ambientale. A fine luglio si è svolta l'assemblea annuale del consorzio maiscoltori di Cona, Cavarzere e Chioggia, a cui hanno partecipato anche i vertici tecnici di Confagricoltura Veneto e dell'Associazione bonifiche venete. Il confronto con gli agricoltori del territorio ha evidenziato che le perdite di soia e mais sfiorano anche l'80%, mentre la siccità e la risalita del cuneo salino, che penetra anche oltre 10 km dal mare, mettono a repentaglio l'intera area. Le aziende agricole della zona stanno inviando le segnalazioni di danno da salinità ad Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura), con la richiesta di un sopralluogo da parte dei tecnici regionali per documentare ufficialmente i danni causati alle coltivazioni. Ma è il destino dello sbarramento sul Brenta (che dovrebbe fermare il cuneo salino) che diventa sempre più incerto.
TEMPI LUNGHISSIMI
Se ne parla dagli anni '90, ma non è stato ancora realizzato, sebbene l'appalto sia stato assegnato. Il lungo tempo trascorso (e la crisi causata da Covid e guerra in Ucraina) hanno fatto salire i costi delle materie prime e dell'energia per cui la ditta vincitrice non firma il contratto e non parte, quindi, con i lavori. Per cercare di sbloccare la situazione, Confagricoltura, Consorzio di bonifica e Comune di Chioggia, hanno formato un gruppo di lavoro le cui riunioni sono continuate fino all'inizio di agosto, con il sindaco, Mauro Armelao, impegnato a sollecitare il ministero per le Infrastrutture e tutti gli enti preposti ad approvare al più presto il rinnovo della Valutazione di impatto ambientale.
Il Gazzettino