Aiuti economici alle famiglie dal Comune, ma nessuno li chiede

Il municipio di Agordo dove nessuno bussa per chiedere aiuto nonostante le misure di sostegno
AGORDO - «Le porte del municipio di Agordo sono sempre aperte, per tutti. Chi avesse bisogno di un aiuto economico o alimentare non si vergogni e si faccia avanti. La...

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AGORDO - «Le porte del municipio di Agordo sono sempre aperte, per tutti. Chi avesse bisogno di un aiuto economico o alimentare non si vergogni e si faccia avanti. La pandemia, da un anno a questa parte, sta creando dei dissesti lavorativi enormi. Da parte nostra, mettiamo sul piatto quello che possiamo. Ma mi raccomando, chi ne avesse la necessità non esiti a farsi avanti». L’appello arriva da Federica Zasso, consigliere comunale con la delega al variegato mondo del sociale.


SITUAZIONE IMBARAZZANTE
«Nonostante varie proposte di sostegno - spiega Zasso - le richieste presentate dai cittadini non sono molte. A parte l’ormai consolidata formula di rimborso riscaldamento, per altre come il supporto affitti, i buoni alimentari o i pacchi di generi di prima necessità poco si è mosso. In quest’ultimo caso ad esempio, per le sette ricche borse donate a Natale dalla Cassa rurale abbiamo dovuto andare noi con il lanternino a individuare chi potesse averne bisogno. Situazione anche un po’ imbarazzante in quanto un “no, grazie” potrebbe essere dietro alla porta. Ad ogni modo, grazie anche alla collaborazione degli assistenti sociali e di Asca, siamo riusciti a distribuirle. E ad ora non abbiamo registrato alcuna domanda nemmeno per il bando buoni alimentari in scadenza il 28 febbraio prossimo. Già il primo, quello della scorsa primavera, aveva avanzato dei fondi».
LUXOTTICA E RISPARMI
«Alla luce di tutto ciò - sottolinea Zasso - le alternative sono due. La prima è che ad Agordo non esista questo tipo di emergenza: un po’ perché in quasi ogni famiglia c’è un dipendente Luxottica che, per fortuna, ha salvaguardato i propri dipendenti al massimo. Ad esempio mettendo del proprio per portare la cassa integrazione al 100% oppure con le tante accortezze in tema di welfare che da sempre garantisce. Aggiungiamoci poi il fatto che nei nostri paesi c’è la cultura del risparmio, dove probabilmente si sta in parte attingendo, e che alle spalle ci sono quasi sempre genitori o parenti ben disposti a dare una mano.
FORSE C’È IMBARAZZO

La seconda opzione invece, ed è quella che temo, è che ci sia vergogna a rivolgersi al Comune per un aiuto. Penso alle partite Iva, ai dipendenti del commercio, agli stagionali del turismo e ad altre categorie che in questo periodo stanno pagando lo scotto peggiore. Ecco, a loro e in generale a chi sta facendo fatica desidero rivolgermi: non abbiate alcun tipo di imbarazzo. Con la massima discrezione, assieme ad Asca e ai servizi sociali, desideriamo offrire il nostro contributo che, anche se limitato, può alleviare almeno temporaneamente la situazione di difficoltà».
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Il Gazzettino