Sara, Malvina e quell'eredità lunga settant'anni: l'Agordino in festa per Bosol

Sara e Malvina
RIVAMONTE AGORDINO - Quando le radici familiari e l’attaccamento alla propria terra vincono su tutto: è questa la sintesi della storia di una bottega – nota...

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RIVAMONTE AGORDINO - Quando le radici familiari e l’attaccamento alla propria terra vincono su tutto: è questa la sintesi della storia di una bottega – nota come “Bepi Bosol” - che, a Rivamonte agordino, rappresenta un’istituzione. 

LA CRESCITA
Settant’anni fa – nel luglio 1952 – apriva le porte un piccolo negozio di alimentari che, in pochi mesi, si allargò a livello merceologico andando incontro alle richieste: non solo latte e pasta sugli scaffali, ma chiodi e martelli, vaschette di plastica, zappe e semi per l’orto. Poi tazze e tazzine, oggettistica per la casa. Fino ai primi elettrodomestici. Il mercato chiede di tutto negli anni del boom economico. Ma dal Bosol non si dimentica il sapere della tradizione locale dei seggiolai, o careghete, e si vende arredo in giunco.

LA TRADIZIONE
Tant’è che la famiglia dei “Bosol” festeggiano i settant’anni con un tuffo nel passato: proprio all’arte della tradizione è dedicata una rievocazione organizzata per il traguardo raggiunto: <WC>domani, <WC1>giovedì 4 agosto<WC>, <WC1>tornano in vita i vecchi strumenti del mestiere, con esibizione dal vivo del lavoro e con di oggetti in giunco recuperati, datati anni Cinquanta. <WC>

LA SAGA DI BOSOI E BOSOLETE <WC>
<WC1>La famiglia che ancora oggi gestisce è conosciuta, in tutto l’Agordino, come “Bosol”, in realtà uno dei soprannomi dei Gnech. La loro storia di imprenditori parte con la nascita, nel 1923, di Giuseppe Gnech, nono di dodici figli della famiglia dei “bosoi”, ragazzo di bottega dei seggiolai che si facevano apprezzare in Italia e all’estero. <WC>È<WC1> lui che, tornato a casa nella frazione dei Tos per dare una mano nel periodo della fienagione, decide di dire basta al suo girovagare. Sposa la fidanzata, Luigia Zanin, e insieme aprono un negozio: era il 1952, quando tutto poteva avere un inizio. Arriva la prima figlia (Paola), poi Enzo (1954) e Daniela (1957). Le due ragazze, mentre Enzo è militare, iniziano anche ad improvvisarsi ambulanti, portando in giro masserizie del negozio, seggiole in primis. Tutti e tre, comunque, lavorano insieme, mettendo in pratica la stoffa da capitani d’azienda.<WC>

NUOVA GENERAZIONE


<WC1>Poi arrivano i nipoti: mentre Eleonora prende la strada della professione veterinaria, Sara (classe 1982) e Malvina (classe 1984) rilevano l’attività: sono loro le due le titolari, oggi, del negozio “Bepi Bosol”. Proprio loro, tra l’altro, hanno riaperto la storica macelleria di Gosaldo. E la speranza sta nei pronipoti del fondatore: chissà se a prendere in mano le redini sarà la quarta generazione, quella degli ancora giovanissimi studenti Anastasia, Amedeo e Giuseppe, seguiti dal piccolo Giacomo. <WC>
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Il Gazzettino